trentaMILApassialgiorno
domenica 14 agosto 2022
thank you
TAPPA 7 - DA BIVIGLIANO A FIRENZE 21 KM
L'ultima tappa non fa che corteggiare Firenze. La Cupola del Brunelleschi salta fuori già al mattino presto, ancora lontanissima, al rientro sul bivio per Monte Senario, giacché per dormire a Bivigliano abbiamo dovuto deviare rispetto al percorso. Ma torniamo sulla Via e la vediamo, Firenze è proprio lì sotto. Più avanti, fra i campi gialli, ci sono addirittura 4 sedie ordinate in fila. Una specie di cinema all'aperto con vista sulla meta. Firenze è sempre là, ma mancano ancora 15 chilometri per arrivarci, e in mezzo c'è l'ultima salita, davvero l'ultimissima, fino a Poggio Pratone. Niente a che vedere con Monte Adone o Monte Senario, ma sulla cima ci meritiamo comunque una piccola merenda. Firenze è sempre lì sotto e ci aspetta, ma la prossima tappa è Fiesole. Qui tanti pellegrini prendono l'autobus, ma non ci lasciamo tentare. Molto meglio scendere lungo Via Vecchia Fiesolana, tra ville lussuose e scorci di Santa Maria del Fiore. In via Giovanni Boccaccio svuotiamo le borracce della Grande e della Media. Entrando in città non serve più tanta acqua, meglio alleggerire la schiena. Passiamo per Piazza Duomo e arriviamo in Piazza della Signoria. Nessuna credenziale qui, nessun testimonium, solo il timbro di fine percorso. Scattiamo le foto di rito (il Piccolo con la bandiera multicolore della pace, che ha sventolato un po' ovunque sul percorso) e poi faccio partire ancora una volta la cassa Bluetooth. C'è una canzone che ho preparato per questo momento. Seduti su un marciapiede, per l'ultima volta appoggiati agli zaini, ascoltiamo Alanis Morissette. La canzone si intitola "Thank you".
sabato 13 agosto 2022
ti dedico un sentiero
TAPPA 6 - DA SAN PIERO A SIEVE A BIVIGLIANO 16 KM
La tappa più difficile della Via degli Dei, almeno fino ad oggi, è stata quella per Monzuno, di cui tutti ricordiamo il micidiale saliscendi nella parte finale (ma anche il panorama dalla vetta del Monte Adone, beninteso). La singola salita più difficile, però, è quella che abbiamo affrontato oggi, fino al Monte Senario. Un sentiero che non dà tregua e continua a salire, salire, salire. L'ultimo tratto è nei boschi, su un percorso ben curato e fresco che conduce al santuario mariano, uno dei più importanti della Toscana. La parte peggiore è la prima, su stradina sterrata in campagna. Non abbiamo potuto far altro che ricorrere alla nostra arma segreta. Non la usiamo tra le case, non la usiamo nei boschi: è la piccola cassa Bluetooth che avevamo già sperimentato sulla Via Romea: abbiamo una playlist ad hoc, con tutti i tormentoni dell'estate. Cantiamo, balliamo (cioè ballo io, nella totale disapprovazione della prole) e la fatica si sente meno. Le canzoni sono scelte da tutta la famiglia. Passiamo quindi dal Mambo dei Pipistrelli (Zecchino d'Oro) ai Pinguini Tattici Nucleari. Ti dedico le autostrade che portano al mare - cantiamo a squarciagola. In quel momento penso che vorrei dedicare ai miei figli non un'autostrada, ma un sentiero ripido e sassoso. E poi, certo, vorrei dedicare a loro anche la foto sulla cima. Per mano, tutti e tre.
venerdì 12 agosto 2022
ragionando sullo zaino
TAPPA 5 - DAL PASSO DELLA FUTA A SAN PIERO A SIEVE 24 KM
Tanti pellegrini si stupiscono del Piccolo. Chiedono se riesca ad affrontare ogni giorno chilometri e dislivello, e se non si ribelli, se non si blocchi lamentando stanchezza. Rispondiamo che noi abitiamo in Trentino, e camminare ogni domenica su sentieri di montagna è il nostro modo di stare insieme. La verità, tuttavia, è che anche noi siamo stupiti. Il Piccolo ha energia da vendere. Cammina senza zaino, è vero, ma tira dritto e non si lamenta mai. A fine giornata ha ancora voglia di fare su e giù da uno scivolo, o di correre appresso all'unica macchinina che ha. A volte trasporta perfino lo zaino di una o dell'altra sorella. Tutto questo entusiasmo fa sì che la Famiglia in Cammino inizi a ragionare sullo zaino per il Piccolo dell'anno prossimo: per la schiena della madre sarebbe un sollievo.
Oggi tappa panoramica, con discreto chilometraggio e sempre notevoli dislivelli. Splendido il panorama da Monte Gazzaro e la successiva discesa, a volte così ripida da rendere necessarie le corde d'acciaio ai lati. Intorno a noi, il giovane popolo delle tende arranca: aumentano le tendiniti, i dolori alle ginocchia, i bagagli spediti da uno stop all'altro. I campeggiatori hanno un po' di sfortuna, in questi giorni: ha piovuto la notte scorsa, anche adesso sta piovendo. Speriamo che smetta per domani mattina e abbiamo spostato la sveglia in avanti: non fa caldo, possiamo partire tranquillamente alle 7.
giovedì 11 agosto 2022
il popolo degli accampamenti
TAPPA 4 - DA PIAN DI BALESTRA AL PASSO DELLA FUTA 11 KM
Il popolo della Via degli Dei è giovane.
Già parlare di "popolo" ci colpisce, perché i cammini italiani sono molto meno frequentati di quelli per Santiago. Sulla Francigena due anni fa, sulla Romea l'anno scorso, abbiamo incontrato pochissimi altri camminatori. Eppure qui il flusso c'è. Si tratta, per la maggior parte, di gruppi di ragazzi. Qualcuno si fa trasportare il bagaglio da un alloggio all'altro e cammina solo con i bastoncini da trekking e una banana in tasca. I più scelgono l'estremo opposto: hanno con sé zaini enormi e portano tende, materassini, fornelletti. Gli accampamenti improvvisati spuntano un po' ovunque. Ai margini dei campi sportivi, lungo il sentiero, in aree di sosta appositamente attrezzate. Noi proseguiamo con la nostra solita modalità. Tutto il bagaglio in spalla (trasporto mai! Ci sembrerebbe meno pellegrino), ma niente tenda, solo strutture. Ostelli e campeggi. Oggi, per esempio, siamo in campeggio al Passo della Futa, a poca distanza da un enorme cimitero germanico in cui riposano oltre trentamila ragazzi morti sulla Linea Gotica. Siamo andati a vedere le loro lapidi, prima di prendere alloggio. Abbiamo due minuscole casette in legno, bagno a qualche decina di metri, lavatrice a gettoni. Il campeggio rimane uno dei grandi divertimenti della vita. Nel frattempo, oggi abbiamo raggiunto il punto più alto della Via (milleduecento metri di quota. Nel bosco c'era perfino una campana, per suonare e celebrare l'impresa) e superato la metà del percorso. Siamo usciti dall'Emilia Romagna ed entrati in Toscana.
mercoledì 10 agosto 2022
l'invidia dei camminatori
TAPPA 3 - DA MONZUNO A PIAN DI BALESTRA 16 KM
Sono particolarmente orgogliosa del mio filo per stendere. L'avevo visto per la prima volta in mano ai pellegrini senior del Cammino di Santiago. L'ho acquistato e da allora lo porto con me in qualsiasi spostamento. Sono due corde elastiche, arrotolate l'una sull'altra, che consentono di stendere anche senza mollette. Un prodigioso ritrovato, in sostanza, che ha l'unico difetto di suscitare le invidie di altri camminatori. Non di rado trovo il mio filo per stendere occupato dal bucato di altri. Oggi, per esempio, accanto alle mutande del Piccolo erano stesi una bandana da uomo (che il Papà non userebbe mai), un paio di calzini di spugna (che proibisco a qualsiasi membro della famiglia: abbiamo una dignità), e un reggiseno sportivo misura 5, per evidenti motivi non mio. Ma non me la sono sentita di spostare l'altrui bucato: sono per la libera fruizione del filo per stendere.
Oggi tappa di basso chilometraggio, ma con grandiosi panorami e 800 metri di appenninico dislivello. La Via degli Dei fa su e giù di continuo, ormai si è capito. Alla fine, arriviamo a un rifugio interessante. Edificio d'epoca in una radura in mezzo al nulla, con abbondante cucina la sera e interni recentemente rimodernati. Molto comodo. In terrazza, proprio sotto l'amato filo per stendere, c'è una lapide a ricordo della Resistenza. Alle spalle della lapide, due pini vicini, ormai divenuti grandissimi. Qui, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sono stati fucilati due ragazzi. Si chiamavano Paolo e Dino, erano renitenti alla leva. Pacifisti. Sono stati denunciati da un paesano, poi a sua volta giustiziato dai partigiani. Penso alle madri di tutti, che hanno urlato e pianto allo stesso modo.
martedì 9 agosto 2022
gli ultimi due chilometri
TAPPA 2 - DA PRATI DI MUGNANO A MONZUNO 22 KM
Ormai vicini all'arrivo. La Media (filosofa) al Piccolo (scoraggiato): - Vedi, gli ultimi due chilometri sono sempre così. Sembra che non finiscano mai. E passi il tempo a dirti che, se non ci fossero quegli ultimi due chilometri, saresti già arrivato.
Ha ragione da vendere, in effetti: anche perché l'ultimo tratto della tappa di oggi era davvero molto duro. Il sentiero, parallelo alla statale, continuava a fare su e giù. Su e giù. Tratto perfettamente in sicurezza (passare lungo la strada sarebbe stato in effetti pericoloso) ma da spaccarsi le ginocchia. La tappa di oggi non era come l'avevamo immaginata. Leggendo la guida, ci eravamo aspettati una fatica maggiore sulla prima parte, ovvero la salita al monte Adone (noto per essere perforato dalla direttissima Bologna-Firenze). Il sentiero per la cima era in effetti impegnativo, ma i panorami compensavano abbondantemente, la stanchezza si è fatta sentire meno. Alla fine, a Monzuno siamo arrivati a metà pomeriggio, dopo un gelato sulle ultime curve, 22 chilometri di sentieri, mille metri di dislivello. Il paese ci appare nuovo: era parte della Linea Gotica, ed è stato completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la doccia, nel cortile dell'ostello, il Piccolo ha trovato una palla. Cosa ancor più incredibile, ha trovato anche le energie per giocare a pallone.
lunedì 8 agosto 2022
partenza dai portici
TAPPA 1 - DA BOLOGNA A PRATI DI MUGNANO 19,4 KM
Ho certamente già scritto che il mio zaino è troppo pesante. Oggi l'ho pensato un centinaio di volte, senza che mi venisse in mente qualcosa da togliere. Ci serve il materassino compatto per il Piccolo, visto che le sistemazioni sono in genere da 4 persone. Ci servono lo shampoo (che usiamo anche per il bucato) e gli spazzolini. Ci serve un cambio completo a testa. Anzi, per il Piccolo ce ne sarebbe servito uno in più, visto che oggi ha squarciato il retro dei pantaloncini facendo acrobazie su un muretto, e per tutto il giorno ha camminato con le mutande a vista. L'inconveniente gli ha dato fastidio solo un po', visto che in breve ha ricominciato ad arrampicarsi ovunque, mettendo a rischio il vestiario e se stesso. Squarcio sui calzoncini e peso dello zaino a parte, il bilancio della prima tappa è positivo. A Bologna, questa mattina, si sono viste perfino nuvole e pioggia. Abbiamo beneficiato del fresco, ma senza prendere nemmeno una goccia, visto che i primi cinque chilometri di marcia sono tutti ben riparati dal portico più lungo del mondo, in salita fino al santuario della Madonna di San Luca. Lì abbiamo mangiato un po' di frutta, in attesa che la pioggia cessasse, prima di riprendere il sentiero 112 in direzione Firenze. Abbiamo raccontato storie (quella di Proserpina e Ade è il mio cavallo di battaglia da quando le ragazze erano piccole), sbocconcellato una buona crostata comprata nella sosta a Casalecchio, tentato senza successo di vedere qualche animale nel bosco. I muscoli si lamentano, la prima tappa non è mai una passeggiata e quest'anno ci siamo allenati poco. Ma a compensare tutto c'è l'eccitazione della prima tappa. Ottimo così.
Iscriviti a:
Post (Atom)