Tidal River
Ci siamo fermati una notte in un posto completamente selvaggio, a Ninety Miles Beach, una spiaggia incredibile lunga davvero 90 miglia (cioè circa 150 chilometri!) e completamente deserta. Purtroppo, proprio lì abbiamo conosciuto le famigerate mosche australiane, che ci hanno un po' rovinato la tappa. La Piccola, per esempio, ha avuto una crisi isterica. Peccato.
Ora siamo nel cuore del Wilsons Promotory National Park, in una zona camping gestita dall'ente pubblico, abbastanza a buon prezzo e vicina ad una spiaggia immensa. È uno dei parchi naturalistici più famosi d'Australia, e infatti qui le regole sul rispetto ambientale sono particolarmente severe. Ci sono cartelli che raccomandano di lavarsi prima di fare il bagno nell'oceano o nei corsi d'acqua, ed è proibito dar da mangiare agli animali. Confesso che non siamo stati proprio ligi alla regola (come ignorare lo sguardo speranzoso di una povera rosella affamata?), ma il divieto risulta un po' frustrante per le bambine, soprattutto per la Grande, perché qui di fauna ce n'è moltissima. Ci sono, per esempio, molte specie di uccelli: gabbiani oceanici, kookaburra, pappagalli di ogni colore; ci sono i mammiferi marsupiali, che si aggirano soprattutto nelle ore notturne. Dovrebbero esserci anche gli emù, ma al momento non siamo riusciti a vederli. In questi giorni siamo impegnati con la scelta dell'animale australiano preferito, e questa presenza così abbondante ci confonde le idee. La Grande, che ha preso questa classifica molto sul serio, sospende il proprio giudizio fino all'incontro, previsto per i prossimi giorni, con il koala. Canguri, uccelli e opossum non le bastano. Andando a lavarci i denti, però (e prima, di sfuggita, durante la cena), abbiamo avuto un incontro speciale: una specie di orsetto si aggirava mansueto per il parcheggio, dondolando sulle quattro zampe e annusando il terreno. Le bambine si sono avvicinate, lo hanno accarezzato gongolanti, si sono stupite per il suo pelo ispido e hanno cercato di abbracciarlo (ci sarebbero pure riuscite, se la loro pavida madre non me avesse bloccate). L'orsacchiotto era in realtà un vombato. Per nulla infastidito dal nostro entusiasmo, il vombato ha continuato ad annusare il terreno, salvo fermarsi qualche secondo per ciucciare alla Grande le mani, che forse odoravano ancora della cena. La Piccola lo ha ribattezzato "bombato", non so se per personali problemi di pronuncia o per la forma, decisamente rotondetta, di questa specie di Teddy bear. La Grande, toccando sconosciute vette di entusiasmo, ha esclamato: - Mamma, il vombato mi ha dato dei bacini sulle mani!
Non abbiamo ancora conosciuto il koala, ma il vombato ha ottime possibilità di finire in cima alla classifica.
Meravigliose le osservazioni delle bimbe(o grandi?).ciao.pap
RispondiEliminasempre unici i nostri fantastici"famigliari!"
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