sabato 15 febbraio 2014

selvagge

St.Columba Falls (Tasmania)
La Grande e la Piccola hanno l'animo del cantastorie. Tutti i loro giochi sono rappresentazioni. La Grande immagina e fantastica e ricorda e racconta. La Piccola immagina e racconta e costruisce. La Piccola sviluppa intere fattorie, città e foreste: il tutto sempre in orizzontale. Non fa torri, ma occupa ettari di prato. Insieme raccontano, costruiscono e occupano intere aree di gioco con le loro creazioni.
Qui in Australia non hanno giocattoli. Non ne hanno molti nemmeno nella nostra "verissima casa", ma qui c'è un problema di spazio, non possiamo riempire il camper di pupazzetti e quindi si arrangiano con quello che c'è. Hanno un peluche a testa e una piccola busta di animali di plastica. Ma hanno anche distese di sabbia, rametti, conchiglie.
Pochi giorni fa, la pittrice che abbiamo conosciuto a Burnie ha regalato loro due vecchi contenitori di colori, subito trasformati in secchielli. Oggi, sulla spiaggia, hanno passato ore a costruire un castello enorme, decorandolo poi con conchiglie (e, ahimè, orride piume di gabbiano).
Hanno i pennarelli: li abbiamo portati perché ognuna di loro possa fare un disegno al giorno, sulla propria agenda, ricordando il viaggio. Ma i pennarelli, secondo l'estro, possono anche formare grandi recinti per gli animali.
Hanno a disposizione decine di parchi giochi: tra le meraviglie dell'Australia c'è il fatto che si trovano aree per bambini ovunque, anche in mezzo al nulla, e quindi la Grande e la Piccola hanno il privilegio di dilettarsi, più volte al giorno, in acrobazie sempre più pericolose, sotto lo sguardo terrorizzato, e spesso fra le urla isteriche, della povera madre-chioccia italiana (gli australiani, naturalmente, mollano senza problemi bimbi piccolissimi, lasciandoli a penzolare pericolosamente dallo scivolo o a gettarsi vestiti nelle fontane; il fatto strano è che tutti i bambini australiani sopravvivono in allegria).
Oggi dormiamo in mezzo al bosco, sotto alle cascate più alte della Tasmania. Andremo a vederle da vicino domani, appena alzati, ma intanto sentiamo il rumore dell'acqua. Mentre il Papà preparava le uova per la cena (e io leggevo l'immenso Guerra e Pace), la Grande e la Piccola hanno raccolto rametti, foglie, pigne e sassi. Hanno costruito per terra un enorme collage: l'albero, il recinto, le nuvole e la pioggia.
Tutto molto poetico, ma le nostre bambine sono sempre luride: hanno i vestiti sempre pieni di sabbia, le mani nere, i visi pure. Per quanti sforzi io faccia, mettendole sotto la doccia ogni volta che posso, loro dimostrano un'incredibile capacità di accumulare tonnellate di sporcizia in pochi secondi. E hanno i pantaloni bucati, le scarpe strappate e scollate. Fortuna che siamo lontani dalla nostra "verissima casa" e nessuno può riconoscere queste due piccole selvagge...

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