domenica 25 luglio 2021

25 luglio

TAPPA 28 - DA SANTA SOFIA A BAGNO DI ROMAGNA 24 KM 25 luglio: San Giacomo, protettore dei pellegrini. Questo però mi viene in mente dopo. Sempre il 25 luglio - e questo è quel che mi era venuto in mente prima - è l'anniversario della pastasciutta antifascista della famiglia Cervi. Nel 1943, pensando che il fascismo fosse definitivamente tramontato, l'anziano contadino Alcide Cervi preparó una grande pasta al pomodoro da offrire a tutti i paesani. "Il più bel funerale del fascismo" aveva detto Alcide. Non sapeva che, pochi mesi dopo, le camicie nere avrebbero messo al muro e fucilato i suoi sette figli. L'Anpi oggi ricorda il giorno della pastasciutta antifascista, e noi abbiamo deciso che mangeremo pasta al pomodoro in memoria dei fratelli Cervi. Nel frattempo iniziamo la tappa di oggi: la salita al Passo del Carnaio prevede 900 metri di dislivello. Un percorso piuttosto impegnativo. Noi, però, ci siamo allenati sulle montagne del Trentino. Portare i piedi uno un po' al di sopra dell'altro, a ritmo lento, ci viene naturale. La bellezza dei paesaggi aiuta, e continuiamo a guadagnare quota. In cima ci concediamo un assaggio di tortelli alla piastra (specie di ravioloni tipici di queste zone, ripieni e cotti sulla pietra) e poi cominciamo a scendere, mentre il cielo si annuvola. Alla nostra destra compare un monumento. La corona è stata deposta di recente, i fiori sono ancora freschi. A lato, un pannello racconta la storia: proprio qui 27 civili inermi sono stati massacrati in una rappresaglia nazifascista. Il totem racconta tutto: il fumo che si alza dalle case incendiate. Il sacerdote che si avvicina ai tedeschi a chiedere pietà per i civili, ma viene ammazzato prima che possa parlare. Il ragazzo di 17 anni che prova a scappare, ma viene catturato, impiccato e lasciato penzolare da un palo della luce. E qui mi fermo nella lettura, perché il Piccolo comincia a piangere. Lo consolo con una bugia - no amore mio, alla fine si è salvato ed è tornato dalla sua mamma. Penso per un attimo a quella mamma e leggo ancora la storia. Le fosse in cui vengono buttati senza rispetto i corpi. Su questa collina c'è una lapide per ogni nome. Li leggiamo uno per uno. C'è il sacerdote, don Ilario. Ci sono un padre e un figlio, vicini. A un certo punto comincio a piangere anch'io. Era il 1944. 25 luglio, come oggi.

2 commenti:

  1. eppure ancora oggi2021 esistono ancora i"negazionisti",non ci sono parole.Solo un'immensa commozione.CORAGGIO.Mam

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