giovedì 15 luglio 2021

come fanno le cicale

TAPPA 19 - DA POLESELLA A FERRARA 22 KM Il Po è sempre emozionante. È largo e placido. È il fiume più lungo d'Italia. Quello sul quale, fanciulli della scuola primaria, tutti abbiamo impiegato pomeriggi per imparare gli affluenti di destra e quelli di sinistra. Sulla Via Francigena lo si passa in barca a Corte Sant'Andrea. Sulla Romea si attraversa un ponte, rimanendo a fianco di una grossa arteria stradale, per fortuna protetti da un marciapiede con guard-rail. Il passaggio in sé é certamente meno poetico, ma poi la Romea si riscatta. I successivi 10 chilometri della tappa per Ferrara, primi passi in Emilia Romagna, sono proprio sull'argine: su ha tutto il tempo di godersi il fiume. A volte molto vicino, a volte coperto dagli alberi. Ma il Po è sempre là e la sua presenza si sente. Anche oggi la giornata é velata, con temperature perfette per camminare. Consapevoli dell'assenza di punti d'appoggio, abbiamo caricato acqua al massimo della nostra capacità, ma nessuno sente il bisogno di bere fino a Francolino, la prima lunga sosta, che segna la discesa dall'argine (peccato) e l'avvicinamento alla città. In paese ci fermiamo al parco. Il Papà va a prendere due caffè da asporto al bar (ho sposato l'uomo giusto) mentre io e i minorenni ci dedichiamo all'osservazione delle cicale. Ce ne sono centinaia. Mai sentito un concerto del genere. Hanno fatto di recente la muta e quindi gli alberi sono pieni dei loro vecchi scheletri, abbandonati. Alcune stanno completando adesso la metamorfosi e quindi le vediamo mentre faticosamente abbandonano le vecchie se stesse. Penso che sarebbe bello, a volte, avere la possibilità di abbandonare su un albero i noi stessi di prima. Liberarci del contenitore e iniziare a cantare fortissimo, come fanno le cicale. Poi guardo l'orologio. È ora di andare. Il caffè è finito e Ferrara ci aspetta.

1 commento:

  1. In città mai avreste potuto godere di questi momenti "natura". I ragazzi saranno al massimo della gioia

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