domenica 28 giugno 2020

barry, cane coraggioso

TAPPA 1 - Dal passo del Gran San Bernardo a Saint-Rhémy-En-Bosses - 3 km
Siamo passati sulle orme di Napoleone: leggenda vuole che qui il Console sia stato salvato da una caduta potenzialmente mortale, e abbia poi regalato una casa all’autore del gesto, il ragazzo che gli faceva da guida. Prima di lui era passato Federico Barbarossa. Prima ancora Annibale, che valicò le Alpi con i famosi elefanti, riuscendo poi a spaventare a morte i Romani. Abbiamo letto con diligenza le storie dei grandi condottieri che sono passati di qui. Poi, però, ci siamo innamorati di Barry, un cane coraggioso. Al confine fra Italia e Svizzera, dove tutti parano solo francese, c’è il famoso allevamento dei cani San Bernardo, da sempre utilizzati per il soccorso in montagna. Barry, discendente di una dinastia di campioni (si chiamava in realtà Barry III), morì nel 1910, cadendo da un dirupo, mentre andava a salvare un viaggiatore accompagnando un religioso: proprio a fianco dell’allevamento c’è uno storico monastero, rifugio dei pellegrini, la cui porta è sempre aperta da mille anni. Fotografiamo il lago con la croce che emerge dall’acqua, la statua di San Bernardo, gli enormi cani: alcuni sono alti come la Media. La neve intorno a noi si scioglie in rivoli, il che sarebbe davvero romantico, se non creasse una serie di difficoltà: il sentiero è fangoso e attraversato da ruscelli. In più punti bisogna guadare. Non va sottovalutato, quale ulteriore causa di insidie, l’appeal della neve stessa, almeno per quanto riguarda i minori. I corsi d’acqua e le distese bianche mandano in visibilio i bambini, ma il risultato è che abbiamo fatto solo tre chilometri e arriviamo comunque al rifugio bagnati e coperti di fango gelido. Dormiremo (presumibilmente all’addiaccio, ma sono dettagli) in una struttura religiosa affacciata sulla valle. Il luogo è molto panoramico. Peccato solo che l’annessa trattoria si trovi al di là della strada, e quindi per andare a mangiare rischiamo di essere falciati dalle numerose moto che sfrecciano sui tornanti. Camere spartane, bagno in comune. Le ragazze vanno in visibilio per il calcio-balilla a disposizione. La doccia oscilla fra il gelido e il bollente. Scelgo la seconda opzione ed esco cotta a puntino. Eppure sono felice: i nostri primi passi sulla Via Francigena. Oggi siamo partiti da Trento al mattino, non si poteva pensare di percorrere nel pomeriggio una vera tappa. Ma abbiamo trovato le prime frecce, gialle come sul Cammino di Santiago. Domani si prosegue verso Roma. 

3 commenti:

  1. Bravissimi..avete messo il primo passo...e ora avanti ..che il sole vi illumini il cammino e il vento vi spinga alle spalle...AnnaPietroAgata

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  2. Sicuramente una grande emozione:la neve,i piccoli rivoli,i cani,tutto da imprimere nella mente e ...andare avanti.Buon viaggio ragazzi!Mam

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