sabato 14 agosto 2021

si sono messi a correre

TAPPA 46 - DA LA STORTA A ROMA (PIAZZA SAN PIETRO) I bambini si sono messi a correre. La Media sventolando una grande bandiera tricolore, acquistata per tifare durante la finale degli europei di calcio. Eravamo a Padova, quella sera. Il Piccolo, pur di avere anche lui qualcosa da sventolare, ha brandito un braccialetto azzurro, regalo di una barista incontrata qualche giorno fa. Quante volte abbiamo fatto colazione al bar. Quante altre abbiamo pensato che fosse meglio di no, per non spendere troppo. La Grande non ha sventolato nulla, impegnata com'era a spingere il passeggino. Mai un problema, quest'anno. Mai nemmeno una ruota bucata. Al "passe" (così lo chiamiamo, con un diminuitivo) ci siamo perfino affezionati. Così, urlanti, scarmigliati e accaldati (oggi massime di 40 gradi in Lazio), i nostri figli si sono lanciati verso l'obelisco di piazza San Pietro. Gli ultimissimi metri di un pellegrinaggio di mille chilometri, iniziato un mese e mezzo fa, finito oggi con la tappa più brutta: prima un lungo pezzo a bordo della Cassia, ancora al buio, perché siamo partiti alle 5. Poi il parco dell'Insugherata, che si presentava molto meglio rispetto all'anno scorso. I rovi sono stati tagliati e non ostruiscono più il sentiero. Gli acquitrini sono stati eliminati. Quindi la salita in cima a Monte Mario, con il belvedere sulla città. Affacciandosi da lì sembra di essere arrivati, ma mancano ancora vari chilometri a San Pietro. Li percorriamo su Viale Angelico, una strada lunga e diritta che ci porta al colonnato di Piazza San Pietro. Siamo a fine tappa, stanchi, affamati e accaldati. Ma poi i bambini hanno visto l'obelisco. Sventolando in aria quel che capitava, urlando forte, si sono messi a correre.

venerdì 13 agosto 2021

ancora una volta

TAPPA 45 - DA CAMPAGNANO DI ROMA A LA STORTA 23 KM Tra Isola Farnese e La Storta, ormai entrando nella gigantesca periferia di Roma, c'è una piccolissima piscina. L'impressione è che si tratti della vasca di un privato, che a un certo punto ha attrezzato un angolo bar, ha montato un'insegna e ha aperto al pubblico. Ma la questione a noi non interessa: vediamo l'acqua con la coda dell'occhio, mentre camminiamo sull'ultima caldissima salita. Un secondo dopo i bambini sono già a mollo. Se lo sono meritato, un bel bagno: la Grande e la Media hanno fatto le autocisterne, trasportando acqua per tutta la famiglia sotto i 40 gradi di oggi, sui sentieri assolati nella campagna laziale. Avevamo acqua per bere, acqua per bagnarci il viso, acqua per stare tranquilli, perché non conta tanto averla, quanto sapere di averne ancora. Oggi però le temperature erano davvero alte, quindi il Papà ha avuto un calo di pressione. È stato il Piccolo ad aiutarlo. È sceso dal passeggino, permettendomi di caricare lo zaino del Papà e lasciarlo camminare con le spalle libere. Senza fiatare il Piccolo ha camminato per tutta la tappa, sotto il sole, sui sassi. Alla fine del tratto più brutto del sentiero, quando avevamo ancora acqua, ma tutta irrimediabilmente calda, abbiamo trovato la jeep di un gruppo di guardiaparco. Erano appostati per controllare eventuali incendi (anche la zona del Lazio è stata molto colpita in questi giorni) ma si sono offerti di riempirci le borracce di acqua fresca, andando a prenderla in macchina alla fontanella più vicina. Così, dissetati, accaldati, stanchissimi, siamo passati davanti alla piscina: impossibile non fermarsi. Tantissima fatica, oggi. Ma la soddisfazione di avercela fatta ancora, tutti insieme, uno aiutando l'altro, è più forte di tutto, ed è difficile da raccontare.

giovedì 12 agosto 2021

da cosa dipende la qualità

TAPPA 44 - DA SUTRI A CAMPAGNANO DI ROMA 25 KM Secondo la Mamma in Cammino, che ormai da un mese e mezzo vive in assenza di lavatrice (manifestando peraltro frequenti crisi d'astinenza), la qualità di una struttura ricettiva dipende dalla disponibilità di filo per stendere. Secondo il Papà, che soffre un po' l'arrivo del caldo di Lucifero, dipende invece dalla disponibilità di un frigorifero con acqua fresca. La Grande e la Media valutano in base alle possibilità di svago e di incontro con altri pellegrini. È da quando aveva due anni, sul Cammino di Santiago, che la Media fraternizza con chiunque, e non si fa scrupolo a informarsi su età, provenienza, parentele di ognuno. Così fa anche il Piccolo, il cui nome è ormai noto a tutti i camminatori che si trovano sulla nostra tappa. L'ostello di Campagnano di Roma, gestito dall'infaticabile don Renzo (ma oggi siamo stati accolti da un volontario della parrocchia), ha accontentato tutti: filo per stendere in terrazza, litri e litri di acqua fresca all'ingresso, calciobalilla a disposizione. Accoglienza pellegrina a due passi da Roma. La Grande e la Media hanno accompagnato la loro partita con alte grida di esultanza, hanno rivelato agli altri pellegrini dove trovare gli stendibiancheria (siamo già stati qui l'anno scorso, dopo la Francigena) e possono ancora sentirsi le principesse della Via, anche a pochi passi da Roma. Tappa non facile, oggi, più per il caldo che per il sentiero. Particolarmente piacevole la sosta alle cascate di Monte Gelato, un parco naturalistico con pozze e cascate in cui è possibile fare il bagno. Il nome corrisponde alla sostanza, perché l'acqua era gelida, e infatti la Mamma ha bagnato solo i piedi. Il resto della Famiglia ha piazzato allegramente la testa sotto il getto, il che ha reso più facile affrontare gli ultimi chilometri, coronati dalla salitaccia per Campagnano. Uscendo dal bosco, il paese non si vede davanti a sé, ma sopra di sé, al termine di una strada in fortissima pendenza. Eppure anche oggi ce l'abbiamo fatta.

mercoledì 11 agosto 2021

i tre boschi e la piccola

TAPPA 43 - DA VETRALLA A SUTRI 24 KM Il gioco-tormentone di questo Cammino è stato quello della "piccola". Mentre la Grande prende rispettosamente le distanze, il Piccolo e la Media si scambiano i ruoli: lui fa la parte del fratello maggiore, lei quella della minore. Lei si fa prendere per mano, imita il balbettare di un bambino molto piccolo, fa i capricci. Lui la prende per mano, le spiega come proseguirà la tappa, qualche volta la rimprovera. È da un mese che quasi tutti i giorni giocano "alla piccola". Oggi il gioco della "piccola" è proseguito per tutto l'attraversamento del bosco di Sutri, poco prima dell'arrivo. Era l'ultimo dei tre boschi di oggi: il primo subito fuori da Vetralla, con piante d'alto fusto. Abbiamo perfino incontrato cinque piccoli cinghiali che si rincorrevano in fila indiana. Fortuna che la loro mamma ha deciso di lasciarci vivi. Il secondo bosco era in realtà una vasta coltivazione di noccioli, tra i quali il sentiero si snoda come un labirinto, per fortuna molto ben segnalato. In mezzo ai noccioli ci siamo fermati alle cosiddette Torri di Orlando, che sono in realtà monumenti funerari di epoca romana. Il terzo bosco, quello di Sutri, più fitto e quasi tropicale, con un sentiero stretto ma sempre percorribile, liane a sfiorarci le spalle e un ruscello al nostro fianco. All'uscita, il maestoso anfiteatro romano di Sutri, la "perla della Tuscia". Sul tratto laziale è probabilmente questa la tappa più bella.

martedì 10 agosto 2021

oggi

TAPPA 42 - DA VITERBO A VETRALLA 18 KM Ieri sera abbiamo mangiato un ottimo menù completo in una braceria del centro. Tutto perfetto, ma noi eravamo agitati. Dalle suore le camere erano fresche e comode (anche se Grande e la Media hanno un po' mugugnato per l'assegnazione di un unico letto a una piazza e mezza), ma eravamo sempre agitati. Sapevamo che oggi ci attendeva la nostra personale sfida. Perché l'anno scorso, sulla tappa verso Vetralla, tutto quello che poteva andar male era andato peggio. Avevamo faticato a uscire dalla città, fra scalinate e lavori in corso, partendo alla fine tardissimo. Avevamo finito l'acqua troppo presto (per fortuna un automobilista gentile era andato a prenderci alcune bottiglie fresche). I bambini avevano pianto e noi ci eravamo scoraggiati. La tappa Viterbo-Vetralla era diventata il simbolo del "chi ce l'ha fatto fare" (ma detto a volume più alto di così) e non volevamo che rimanesse tale. Quindi abbiamo studiato meglio il percorso, caricato acqua a litri, puntato la sveglia un po' prima. Agitati e cocciuti. Alle 7 del mattino eravamo già nella tagliata etrusca, una lunga affascinante gola artificiale che si deve appunto al lavoro degli ingegneri etruschi. Non si sa esattamente per cosa fosse stata realizzata. Di solito queste Vie Cave corrispondevano a percorsi sacri, spesso ramificati e scavati a poco a poco nel tufo. Siamo sbucati fra gli ulivi, su un sentiero non sempre facile. Ci siamo presi il tempo e il lusso di osservare per lunghi minuti un formicaio a bordo strada: il Piccolo è affascinato dalla forza delle formiche. Abbiamo timbrato le credenziali alla "panchina di Barbara", sistemata a bordo strada da papà Renzo, che ha perso la figlia troppo presto. Offrendo ai pellegrini un punto sosta, insieme al timbro per la credenziale, lascia ad ognuno un ricordo di Barbara. Abbiamo pensato a papà Renzo, oltre che a Barbara. E poi, a un certo punto, Vetralla era davanti a noi, in cima all'ultima salita. Alloggiamo al monastero delle suore benedettine Regina Pacis, appena fuori dalla cittadina. Il Piccolo è riuscito a farsi regalare una palla (l'ultima che avevamo comprato si è bucata). Io ho avuto il caffè dell'arrivo e una lavatrice in prestito per mezz'ora. Oggi, davvero solo oggi, iniziamo a credere di poter arrivare a Roma sul serio.

lunedì 9 agosto 2021

sulla strada dei Romani

TAPPA 41 - DA MONTEFIASCONE A VITERBO 18 KM È lo stesso percorso, non lo stesso cammino. Noi ci sentiamo sgangherati allo stesso modo ma un po' diversi (in peggio o in meglio non si sa), la Via con qualche freccia in più: a differenza di quel che ricordavamo (o forse, come ipotizza la Media, si tratta di aggiunte recenti) anche nel tratto da Montefiascone in avanti compaiono le indicazioni della Via Romea. Sono molto meno frequenti rispetto ai segni bianchi e rossi della Francigena, ma possiamo ancora seguirli. E speriamo di riuscire a farlo fino a Roma. A pochi chilometri dalla partenza camminiamo sullo splendido basolato romano: per un tratto piuttosto lungo la Via segue l'antica Cassia, ancora perfettamente pavimentata. Racconto al Piccolo che straordinari ingegneri fossero i Romani. Lui risponde di essere un supereroe, in grado di sconfiggere qualsiasi nemico. Non sempre, quando parliamo, l'oggetto della conversazione è lo stesso per entrambi. Arriviamo, nel frattempo, alle Terme del Bagnaccio. È una serie di vasche sulfuree a temperatura variabile. Il parco in cui si trovano è immerso nel verde, con punti d'ombra e alberi. L'ingresso, solitamente a pagamento, è a offerta libera per i pellegrini. Per i nostri figli è gioia pura. Si lanciano in vasca seguiti a ruota dal Papà, desideroso di rinfrescarsi perché la giornata è afosa. Dopo, arriviamo velocemente a Viterbo, anche oggi ospiti delle suore. Ieri le Benedettine del monastero di San Pietro, oggi le Adoratrici del Sangue di Cristo. La sistemazione è ottima, però dobbiamo cenare e rientrare presto: coprifuoco alle 21. Ma dopo un mese in cui ci svegliamo alle 5, frequentando gli orari delle galline, non ci sembra nemmeno troppo presto.

domenica 8 agosto 2021

ma noi siamo ancora qui

TAPPA 40 - DA BAGNOREGIO A MONTEFIASCONE 17 KM Montefiascone si vede da lontano. La gigantesca cupola della cattedrale si staglia fra i campi quando mancano ancora molti chilometri alla meta. È qui che i due grandi cammini verso Roma, la Via Francigena e la Via Romea Germanica, diventano uno solo. Avvicinandoci al paese ci capita di vedere le due indicazioni affiancate. Il pellegrino della Via Francigena, il bastone della Via Romea. E ci viene un po' di malinconia, perché sappiamo - abbiamo percorso lo stesso tracciato l'anno scorso, facendo la Francigena - che presto non vedremo più le frecce in campo blu della Romea, che ci hanno portato fin qui dal Brennero. Secondo la sensibilità comune è la Romea a confluire nella Francigena. Rimarranno, quindi, solo le indicazioni della Francigena. Montefiascone è la città dei 100 chilometri: la distanza minima richiesta per avere il Testimonium. In tanti partono da qui o da tappe immediatamente precedenti, seguendo lo stesso meccanismo per cui, sul Cammino di Santiago, moltissimi pellegrini partono da Sarria, che dista appunto 100 chilometri da Santiago. Salendo verso il paese, in una giornata fresca e nuvolosa, abbiamo incontrato alcuni pellegrini. Non ne avevamo mai visti, in tutto il nostro viaggio. L'effetto è simile a quello che avevamo provato anni fa, quando dalla Via de la Plata ci eravamo immessi sul Cammino Francese ad Astorga: come entrare in autostrada. Pellegrini ovunque, d'un colpo. All'ingresso del borgo ci fermiamo al parco. C'è la lapide che ricorda il sacrificio di Delio Ricci, 19 anni, strangolato col filo spinato per non aver rivelato i nomi dei compagni partigiani. Era il 1944. Quante storie di Resistenza abbiamo letto durante il viaggio. La Grande e la Media si commuovono. Il Piccolo è un po' lontano, sullo scivolo, e questa volta preferiamo lasciarlo giocare. Oggi ci accolgono le suore benedettine, nel convento in cima a Montefiascone, proprio vicino al giardino dei papi. Scorriamo il registro presenze e ritroviamo i nostri nomi: 8 agosto 2020, stessa data di oggi. È passato esattamente un anno. E i nostri ragazzi un po' più grandi, il passeggino di un colore diverso, e noi un po' più vecchi. Ma siamo ancora qui, tutti insieme.

sabato 7 agosto 2021

fra terra e cielo

TAPPA 39 - DA ORVIETO A BAGNOREGIO 20 KM La bellezza dell'Umbria è nelle colline. Ondeggiano, invitano, cambiano colore secondo l'ora del giorno. Le colline ondeggianti, tuttavia, hanno un importante risvolto negativo: rendono il paesaggio un continuo saliscendi. Ogni giorno una scalata. Quella di oggi, per fortuna, è capitata al mattino presto, nel tratto fra Orvieto e Porano. Causa sentiero eccessivamente sassoso, siamo inoltre stati costretti a prendere la variante per ciclisti, allungando di un paio di chilometri. Dall'Umbria al Lazio siamo passati senza rendercene conto: lo abbiamo capito dopo un po', osservando la grafica delle indicazioni del Cammino, che varia di regione in regione. Sulla Via Romea, il biglietto da visita del Lazio è la Civita di Bagnoregio, uno spettacolo mai visto. A ragione si dice "sospesa fra terra e cielo": sorge su una rupe ed è raggiungibile solo con un ponte pedonale lungo trecento metri. Sulla Civita di Bagnoregio ci affacciamo per la prima volta dal paese di Lubriano. Prima di partire l'avevamo immaginata tante volte: è uno dei punti più noti della Vita. Adesso che siamo qui e la vediamo finalmente dal vivo, lo spettacolo ci lascia senza parole. Poco lontano c'è un distributore di acqua. Possiamo brindare sulle panchine all'ombra, la meraviglia della Civita, l'acqua fresca. Non esiste niente di meglio al mondo, quando si ha sete. All'improvviso ci accorgiamo che dietro di noi si trova l'edificio della scuola elementare del paese. Sui vetri di una finestra i bambini hanno lasciato una scritta: "If you can dream it, you can do it". Se puoi sognarlo, puoi farlo.

venerdì 6 agosto 2021

il Duomo sulla rupe

TAPPA 38 - DA FICULLE A ORVIETO 25 KM I miei ricordi di Orvieto risalivano ai tempi del liceo. Non perché ci fossi stata, ma perché l'insegnante di storia dell'arte aveva dedicato ore intere alla trattazione del Duomo della città. Ero uscita provata dalle lezioni, ma mi era rimasta la voglia di vedere dal vivo i mosaici con le storie di Maria e le rappresentazioni del Giudizio Universale di Signorelli. L'occasione, però, non si era mai presentata. Fino a quando non abbiamo iniziato a pianificare il viaggio, parlando di Orvieto come di una delle città che avremmo voluto avere il tempo di visitare. È stato questo, oggi, a metterci le ali ai piedi. Poche foto lungo la tappa. Il percorso non era di particolare soddisfazione da un punto di vista paesaggistico. Per lunghi tratti corre sotto i viadotti dell'alta velocità (che hanno tuttavia il magnifico vantaggio di un'ombra molto fresca), per altri è a margine della statale (che non ha neanche il vantaggio del fresco, è solo ovunque sporca). Ai piedi della salita verso il centro storico ci fermiamo a prendere fiato e mangiare uno spuntino. Consideriamo per qualche secondo la funicolare, ma poi preferiamo un atteggiamento purista: solo a piedi, in Cammino. Oltre al fatto che la partenza della navetta si trova dal lato opposto rispetto a quello da cui arriviamo. Prendiamo coraggio, partiamo, arriviamo in cima in un attimo. La salita non è così dura come ci era sembrata. E poi a ricompensarci c'è Orvieto, di una bellezza difficile da descrivere. Il Duomo con la facciata policroma. Il Pozzo di San Patrizio, che fa innamorare il Piccolo e la Media. Oltre a una delle migliori pizze della nostra vita. Ci vuole anche quella: erano comunque 25 chilometri.

giovedì 5 agosto 2021

il dubbio salvifico della Media

TAPPA 37 - DA CITTÀ DELLA PIEVE A FICULLE 22 KM Scendendo da Città della Pieve abbiamo controllato i nomi sui campanelli di tutti i casali, ma nessuno era Draghi. Peccato. Saremmo stati curiosi di vedere dove vive il premier. Il percorso di oggi passava per lunghi tratti su piste sterrate in valle, a fianco della ferrovia o su strade secondarie. Non grandi soddisfazioni paesaggistiche, ma, come dice giustamente la Grande, "ogni tanto ci vuole una tappa così: ombreggiata e piana". Ci siamo goduti la facilità del percorso e l'incontro con due ungulati, di prima mattina. Stavano bruciando in un prato, poco dopo le 7, quando ci hanno visto arrivare. Sono scappati dopo qualche secondo. Su quello stesso prato abbiamo fatto colazione, stendendo nell'erba il nostro telo. Poco dopo, il percorso si è ingarbugliato. Dopo Fabro Scalo, attraversato il ponte sul Chiani, ben due frecce mandano nella direzione sbagliata. È stata la Media, per fortuna, a farsi venire il dubbio, accorgersi dell'errore ed evitare a tutti una deviazione involontaria di chissà quanti chilometri. Arriviamo a Ficulle nel primo pomeriggio, sotto un sole cocente, su una lunghissima salita. Ma ormai siamo piuttosto allenati, riusciamo a tenere un passo lento e costante, arriviamo alla fine senza troppi problemi. Su in cima, all'ingresso del paese, c'è un distributore di acqua. Cinque centesimi per un litro e mezzo di minerale frizzante fresca. Brindiamo con le nostre borracce, ormai molto ammaccate. Camminando in estate si capisce molto bene che grande valore abbia l'acqua.

mercoledì 4 agosto 2021

se Prometeo invecchia

TAPPA 36 - DA PACIANO A CITTÀ DELLA PIEVE 16 KM Il problema dei bambini in montagna, in salita, in Cammino, non è la fatica. Un bambino può fare un'ascensione di mille metri ed essere subito pronto per il parco giochi. Può partecipare alla maratona e subito dopo giocare a pallone. Il problema dei bambini è la motivazione: ogni passo un gioco, una storia, una prospettiva. La Grande e la Media sono già alla fase "adulto" e quindi camminano con lo stesso atteggiamento nostro, e con più energie. Per il Piccolo abbiamo una serie di stratagemmi. In parte sono retaggi dei Cammini di Santiago, quando strategie simili sono state sperimentate sulle sorelle. Raccogliere rami, per esempio, era già una passione della Media. In mano al Piccolo i rami diventano armi invincibili di cui riempie il passeggino (affettuosamente chiamato "il passe" da tutta la famiglia). La spada di Orlando, l'arco di Merida. Praticamente stiamo sempre a raccogliere legna. La gente penserà che a casa abbiamo una stufa da alimentare, ma pazienza. In mancanza di rami, abbiamo una piccola dotazione di giocattoli: una macchinina rossa, bolle di sapone che ricompriamo a ogni tabacchino e con le quali inondiamo i sentieri in stile "Pollicino". Ultimi, ma non per importanza, gli intramontabili animaletti di plastica in versione minuscola, utili anche per le attese al ristorante (le attese al ristorante con bambino stanco dovrebbero diventare disciplina olimpica). Un giorno dedicherò una sinfonia agli animaletti di plastica, che mi salvano la vita dai tempi della prima figlia. In assoluta mancanza di tutto, rimangono le storie. Non sono forte su Biancaneve e compagnia, ma mi piace recitare poesie con i bambini, oppure raccontare loro i miei miti preferiti. Ultimamente anche il Piccolo ha una passione per Prometeo: al mito del fegato mangiato dall'aquila aggiungiamo ogni volta qualche particolare cruento. Ieri, all'ennesima descrizione della rupe e delle catene, il Piccolo all'improvviso mi ha interrotto: - Mamma, ma gli dei possono diventare vecchi? - Eh no, amore, gli dei sono dei. - Ah. E gli umani? - Sì, gli umani sì. - Ah, già. In effetti tu e il Papà siete quasi vecchi… Non è stato un bel momento. Allora ho interrotto la narrazione e ripiegato sulla raccolta di rami. Sulla salita per Città della Pieve, che passa in mezzo al bosco, ce n'erano parecchi.

martedì 3 agosto 2021

cosa della mamma

TAPPA 35 - DA POZZUOLO A PACIANO 21 KM "Per una volta la cosa della mamma era interessante. Di solito sono sempre cose noiose". Sulle colline intorno al Lago Trasimeno il Piccolo ha coniato una nuova espressione: da quel che si capisce, per "cosa della mamma" si intende opera d'arte, chiesa, monumento, e insomma una delle meraviglie che siamo andati a vedere nel nostro percorso sulla Via Romea. Oggi la "cosa della mamma" era una tomba ipogea etrusca, peraltro solitamente chiusa. Ci siamo passati davanti in mattinata e abbiamo notato movimento di persone intorno al sito. Ci siamo avvicinati. C'era in effetti una guida che accompagnava una colonia estiva, ma abbiamo ottenuto l'autorizzazione a intrufolarci. Una meraviglia. Una delle numerose meraviglie di questi giorni: attraversiamo l'Umbria e ne siamo sempre più colpiti, sia dal punto di vista del paesaggio sia da quello del patrimonio artistico. Altra meraviglia della giornata è stata la cittadina di Paciano, ancora identica a com'era nel Medioevo (e in cima a una salita di quelle da non augurare nemmeno al peggior nemico). L'abbiamo visitata oggi pomeriggio, prima di ripartire per il nostro alloggio di oggi, che si trova in realtà qualche chilometro dopo il punto d'arrivo della tappa. "La tomba era interessante - ha ribadito più volte il Piccolo nel corso della giornata - perché era nascosta sotto terra e tutta fatta di pietra. Mi è piaciuta. Non era per niente noiosa. Di solito alla mamma piacciono le cose noiose, come le chiese, e poi Dante, le piace molto Dante. Che noia!". Per la serie: quando i figli danno soddisfazione.

lunedì 2 agosto 2021

pallone - il ritorno

TAPPA 34 - DA CORTONA A POZZUOLO 24 KM Il pallone è tornato. Siamo riusciti a farne a meno un giorno solo. Si è bucato su un rovo, in un'accanita serie di passaggi sulla salita prima del rifugio La Sassaia. Ma a Cortona, nell'edicola in piazza, abbiamo acquistato il suo gemello, ancora più sgargiante nei colori. Aveva ragione la Media: nessun pellegrino può fare a meno del pallone. Ora siamo di nuovo in grado di occupare campetti parrocchiali nelle pause lungo il percorso e palleggiare sui sentieri durante la marcia. Oggi, fra l'altro, le strade sterrate piuttosto comode permettevano il seguente assetto: la Mamma - insieme al Papà - qualche metro avanti, con il passeggino, che trasportava gli zaini della Grande e della Media, diffondendo nel frattempo musica dal piccolo altoparlante (negli ultimi giorni ne avevamo fatto a meno, per non disturbare gli animali nei boschi). Tutti i figli dietro - le ragazze a questo punto libere da zaino - a lanciarsi la palla e riprenderla. Abbiamo in questo modo percorso con una certa rapidità i chilometri della tappa di oggi, passando dalla Toscana all'Umbria. Un po' ci è sembrato strano rimanere in Toscana così poco, dopo averla attraversata da Nord a Sud - e per un tempo lunghissimo - l'anno scorso sulla Via Francigena. Oggi abbiamo camminato fra i campi di girasole e gli ulivi, arrivando in vista del Lago Trasimeno.

domenica 1 agosto 2021

20 a tavola

TAPPA 33 - DA PIEVE DI RIGUTINO A CORTONA 22 KM Vera esperienza pellegrina, ieri sera: cena comunitaria al Rifugio La Sassaia. I bambini sono stati contentissimi di partecipare ai lavori e hanno apparecchiato la tavola con entusiasmo. Sorrido nel pensare che a casa, per ottenere che dispongano le posate, devo spesso ricorrere alle minacce. E sì che di solito si apparecchia solo per 5. Il lavoro è quindi molto minore rispetto a ieri, quando la tavola andava preparata per 20: tanti eravamo a cena. Pellegrini, solo noi: gli altri lo sono stati, e in fondo lo sono ancora, perché la condizione di pellegrino non si smette mai del tutto. Ma non erano attualmente in cammino. Sono gli amici del Rifugio La Sassaia: persone che hanno percorso il Cammino, che hanno intenzione di percorrerlo, o che semplicemente contribuiscono alla pulizia e al mantenimento del rifugio. Giovanni, l'hospitalero, era il protagonista della serata: anfitrionico, divertente e soprattutto cuoco sopraffino. La Grande e la Media hanno divorato tre porzioni a testa di tagliatelle con la salsiccia prima di crollare sui sacchi lenzuolo: la sveglia alle 5 è faticosa. Faticoso è stato anche andarsene, questa mattina, fra chiacchiere, abbracci e promesse di rivedersi. Sul percorso, invece, è stato tutto facile, anche grazie all'aiuto di qualche nuvola. Nella seconda parte del tracciato il sentiero correva a mezza costa, regalando scorci meravigliosi sulla Valdichiana. In Toscana, dovunque ci si volti, è bellezza.