mercoledì 5 agosto 2015

un po' cambiati

Kandy
La Famiglia in cammino ama farsi coinvolgere dai viaggi. Dopo quasi un mese di vagabondaggio in Sri Lanka, i cambiamenti sono evidenti; la Grande ha scoperto la meditazione. La sera, prima di dormire, si mette per qualche attimo sul letto imitando Buddha nella posizione della serenità (gambe incrociate, mani rilassate, occhi chiusi) e dice che il termine “serenità” è proprio azzeccato, perché meditando ci si rilassa. L’unica volta che ho provato a meditare io mi sono addormentata, ma questo a lei non lo dico. Forse non sono tagliata per la serenità.
La Piccola si comporta in modo impeccabile da due giorni. Non urla, non pesta a sangue sua sorella, non dice “no” ogni volta che apre bocca. Le ho fatto i complimenti per questa incedibile evoluzione; lei, di rimando:- Ma te l’avevo promesso, no? In effetti me l’aveva promesso. Ma io non avevo fatto nessun affidamento sui suoi propositi. Mi sorprende sempre (e un po’ mi indispone) il fatto che lei sia perfettamente in grado di comportarsi in modo civile e pacato. Il problema è che il più delle volte non ne ha voglia. La sua adolescenza sarà un incubo, ma per ora non ci pensiamo.
Io, cedendo alle pressioni del Papà (e anche, lo ammetto, vagamente incuriosita) mi sono sottoposta insieme a lui ad un trattamento ayurvedico di due ore. Abbiamo scelto un centro ufficialmente riconosciuto, condotto da una dottoressa con tanto di titolo. Il tentativo era quello di provare la vera medicina ayurvedica, non un’attrazione per turisti. O, per lo meno, volevamo trovare qualcosa che non fosse soltanto un’attrazione per turisti. La terapia, per ritrovare la salute e l’equilibrio, prevedeva un lungo massaggio con olio in tutto il corpo, a partire dalla testa; poi le gambe, le braccia, il torso e le spalle; quindi applicazione di una maschera al viso (puzzolentissima, ma la sensazione sulla pelle era piacevole) e colata di olio caldo sulla fronte. Questa parte è stata veramente rilassante: dopo averci bendato gli occhi, la dottoressa ha fatto colare piano piano sulle nostre fronti un’intera ciotola di olio profumato, molto caldo. Il massaggio sulla fronte era splendido, ma non sono bastati i due shampoo di fine seduta a togliermi l’olio dai capelli. Spero che le chiome unte a vita non siano il mio personale tributo alla medicina tradizionale cingalese. 
In ogni caso, dopo la colata di olio sulla fronte, unti come tonno in scatola, siamo stati infilati nel bagno di vapore; si tratta di una specie di sarcofago con una grata di legno al posto del fondo; su questa grata ci si distende. Da sotto arriva il vapore: il principio è identico a quello della cottura a vapore, e infatti sotto di noi si trovava una specie di pentolone con acqua calda. Anche questo è stato estremamente piacevole. Alla fine, mega-beverone dissetante (e diuretico…) e doccia. Trattamento di benessere da provare, ma la chiarezza mentale non l’ho ritrovata. Forse sono un caso disperato. 
Il Papà, solitamente il più morigerato del gruppo, si è lasciato andare a ben due sconsiderati acquisti: una maglietta con la stampa di un tuk tuk. E un set di tre tuk tuk colorati, di dimensioni diverse, da usare come soprammobili. Sembra a tutti incredibile che domani andremo a restituire il nostro bellissimo tuk tuk rosso. 

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