lunedì 5 agosto 2019

la zia di nemo

Aqaba
La Famiglia in cammino è ufficialmente entrata in mare. Oggi le donne del gruppo hanno affrontato la loro prima immersione con bombola. Il Papà, da tempo dotato di brevetto e quindi meno desideroso di sperimentare, è rimasto sulla riva a rimpinzare di pesche il Piccolo, purtroppo rientrato in una stressante fase di alimentazione fruttariana. 
La Grande e la Media erano fiere e baldanzose. Loro, del resto, sono già in grado di scendere diversi metri sott’acqua in apnea, e sanno compensare bene col naso la pressione nelle orecchie. Hanno solo avuto bisogno di aiuto per indossare la bombola, che non avrebbero avuto la forza di trasportare dalla pensilina alla riva. Io, al solito, le seguivo passo passo, ostentando tranquillità per nascondere lo spavento mortale di cui ero preda. Per fortuna nessuno è in grado di leggere nel pensiero, perché credo di aver maledetto varie centinaia di volte il momento in cui ho dato il mio consenso. Ovviamente, però, ho indossato la mia miglior faccia da nessun problema, penso io a voi e intanto arrancavo sotto il peso della bombola, della zavorra, soffocata dalla muta, impedita dai calzari. La vestizione del sub mi è parsa la cosa più complicata del mondo. Ma il vero momento di panico è stato quando l’istruttore mi ha dato la spinta per mettere la testa sott’acqua: diciamocelo, è un atto contrario all’istinto di sopravvivenza. Il bello dei figli, però, è che ci spingono a fare cose che mai avremmo pensato potessero interessarci; e solo dopo ci lasciano scoprire che ci siamo divertiti anche noi. Qui nel Mar Rosso, in effetti, sott’acqua c’è un vero paradiso (sempre che uno riesca per qualche minuto a dimenticare l’esistenza del pesce pietra), con pesci e coralli di ogni forma e dimensione, numerosissimi e nemmeno troppo spaventati dall’uomo. La costa, inoltre, è piena di relitti di ogni forma, alcuni dei quali lasciati affondare di proposito e adesso pieni a loro volta di coralli; ieri ed oggi, per esempio, sono bastati i nostri boccagli e le nostre maschere (nella mia entra pure l’acqua) per andare a vedere una nave e perfino un carro armato, sul fondo a pochi metri dalla spiaggia. Oggi la Media aveva un istruttore solo per sé, un altro seguiva me e la Grande. Alla fine l’immersione è durata poco meno di un’ora per dodici metri di profondità. 
Nel frattempo, anche il Piccolo si cimenta con la visione subacquea. Finalmente si è convinto ad indossare la maschera che gli abbiamo comprato, con la quale respirare è facile perché ha il boccaglio incorporato e copre tutto il viso. Una rivelazione: i coralli sono talmente vicini che anche lui è riuscito a vedere i pesci colorati, salutandoli con cenni e urla. Gli avevamo assicurato che avrebbe visto anche Nemo, protagonista di uno dei suoi cartoni animati preferiti. Nemo, però, oggi non si è avvicinato alla riva. 
- Mamma - mi ha detto il Piccolo quando siamo usciti tutti dall’acqua - perché non c’era Nemo?
- Non lo so, amore… forse era andato a nascondersi nell’anemone, insieme al suo papà…
- Però ho visto un pesce a strisce gialle… gialle, non bianche… era quello Nemo?
- No, amore, Nemo è arancione con strisce bianche.
- Mmmm. Io ne ho visto uno a strisce gialle. Forse era la zia di Nemo. 

1 commento: