domenica 4 agosto 2019

pesce pietra e i suoi fratelli

Aqaba
Senza dubbio c’entra il fatto che l’uomo moderno si è irrimediabilmente allontanato dalla natura. Può darsi pure che sia una mia personale paranoia. Fatto sta che, dovunque io mi diriga nel mondo coi miei figli, trovo sempre ad attendermi un animale sconosciuto e mortale. Dopo la cubomedusa australiana, le zanzare cingalesi, gli scorpioni del deserto, il mio nuovo nemico ha un nome apparentemente innocuo: pesce pietra. Cosa c’è di più innocuo di una pietra? Una grigia, informe, immobile pietra? Eppure l’altro giorno, quando cercando su internet i migliori siti per lo snorkeling mi sono imbattuta nel pesce pietra, ho sentito gelarsi il sangue. Il maledetto, oltre a mimetizzarsi perfettamente con i colori della barriera corallina, che qui è davvero a pochi metri dalla riva, possiede aculei con relativo veleno mortale. Il veleno viene iniettato a scopo difensivo e a pressione, ovvero inoculato soltanto se gli aculei vengono calpestati o toccati con le mani. La miglior misura di sicurezza, quindi, è entrare in acqua sempre con le scarpe. Quelle che i bambini hanno usato per i tour nel deserto sono veramente ridotte male, tanto che le avevo già destinate al cassonetto: per fortuna non le avevo ancora buttate via, e quindi le ho riconvertite all’uso in acqua. Siamo piuttosto ridicoli ad entrare in mare con le scarpe da ginnastica, ma in compenso ci difendiamo dal nemico. Mi sento inoltre fortemente in colpa per aver permesso ai bambini, il primo giorno, di bagnarsi scalzi. Il destino ci è stato favorevole, o forse il nemico non si era ancora accorto del nostro arrivo; comunque sia, non è successo nulla, ma per compensare quell’atto di incoscienza ho vietato a tutta la famiglia di stare anche in prossimità dell’acqua senza le scarpe. Sia mai che qualche disgraziato pesce pietra non decida di andare a vedere com’è il bagnasciuga. Va detto che le ragazze di solito entrano in acqua con maschera e pinne, e quindi troppe raccomandazioni non sono necessarie. Ma trasmettere un po’ di angoscia materna è sempre un modo efficace per obbligare alla prudenza, e quindi non mi stanco di ripetere che barriera corallina significa anche pericolo. Il maledetto pesce pietra, tra l’altro, presenza fissa nei miei incubi di questi giorni, è in buona compagnia; non mortali, ma comunque pericolosi sono anche i coralli stessi (alcuni tagliano se solo li si sfiora), le meduse (qui particolarmente urticanti, tanto da causare ustioni) e, non ultimo, il pesce leone, che ha ben 18 pinne dorsali aguzze come pungiglioni, e relativa tossina velenosa. Pesci leone, tra l’altro, le ragazze ne hanno già visti parecchi quando si sono immerse. Oltre a un paio di barracuda. Piccoli, ma sempre barracuda. Certo nuotare nel Mar Rosso ha un grande fascino; ma anche la riviera adriatica ha il suo perché…

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