sabato 14 agosto 2021

si sono messi a correre

TAPPA 46 - DA LA STORTA A ROMA (PIAZZA SAN PIETRO) I bambini si sono messi a correre. La Media sventolando una grande bandiera tricolore, acquistata per tifare durante la finale degli europei di calcio. Eravamo a Padova, quella sera. Il Piccolo, pur di avere anche lui qualcosa da sventolare, ha brandito un braccialetto azzurro, regalo di una barista incontrata qualche giorno fa. Quante volte abbiamo fatto colazione al bar. Quante altre abbiamo pensato che fosse meglio di no, per non spendere troppo. La Grande non ha sventolato nulla, impegnata com'era a spingere il passeggino. Mai un problema, quest'anno. Mai nemmeno una ruota bucata. Al "passe" (così lo chiamiamo, con un diminuitivo) ci siamo perfino affezionati. Così, urlanti, scarmigliati e accaldati (oggi massime di 40 gradi in Lazio), i nostri figli si sono lanciati verso l'obelisco di piazza San Pietro. Gli ultimissimi metri di un pellegrinaggio di mille chilometri, iniziato un mese e mezzo fa, finito oggi con la tappa più brutta: prima un lungo pezzo a bordo della Cassia, ancora al buio, perché siamo partiti alle 5. Poi il parco dell'Insugherata, che si presentava molto meglio rispetto all'anno scorso. I rovi sono stati tagliati e non ostruiscono più il sentiero. Gli acquitrini sono stati eliminati. Quindi la salita in cima a Monte Mario, con il belvedere sulla città. Affacciandosi da lì sembra di essere arrivati, ma mancano ancora vari chilometri a San Pietro. Li percorriamo su Viale Angelico, una strada lunga e diritta che ci porta al colonnato di Piazza San Pietro. Siamo a fine tappa, stanchi, affamati e accaldati. Ma poi i bambini hanno visto l'obelisco. Sventolando in aria quel che capitava, urlando forte, si sono messi a correre.

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