lunedì 7 agosto 2017

il seduttore di cameriere

Haghpat 
Ama le cameriere. Bionde o more, giovani o anziane, quando le vede va in visibilio. Anche perché loro di solito ricambiano. Fanno carezzine, offrono piccoli snack e insomma lo trattano con tutti i riguardi. Soprattutto gli sorridono, sempre, sfoderando spesso un bel luccichio da denti in oro giallo, che a quanto pare in Armenia sono di gran moda. Dal canto suo, il Piccolo si scatena ed esibisce un vasto repertorio: balla muovendo le spalle su una musica immaginaria (o non immaginaria, in base al locale), batte le mani e lancia piccoli urletti. La comparsa della cameriera è accolta, sempre e comunque, come un'epifania. Va precisato, in effetti, che in Armenia i tempi di attesa al ristorante sono biblici (solitamente il personale è decisamente poco rispetto agli standard europei) e quindi anche gli altri componenti della Famiglia in Cammino sono soliti lanciare occhiate speranzose e languide in direzione della porta della cucina. Ma l'atteggiamento del Piccolo è ai limiti del patetico: segue le cameriere con lo sguardo, le chiama (di solito con l'appellativo di "bimba!" - giuro che è vero) e le guarda come se ogni volta avesse avuto un colpo di fulmine. Nonostante il distacco che ostenta, sospetto che il Papà sia segretamente orgoglioso, anche se forse preferirebbe un po' di selezione. Noi donne osserviamo il tutto con sufficienza e guardiamo ossessivamente l'orologio, solitamente in preda ai morsi della fame. Stasera 52 minuti di attesa...

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