martedì 8 agosto 2017

kachkar e rondini

Haghpat
La Famiglia in Cammino è in preda ad un'incontenibile passione per i monasteri armeni. Oggi abbiamo visitato quelli di Haghpat e Sanahin, che hanno più di mille anni. Non si tratta di singole costruzioni, ma di complessi irregolari e cresciuti nei secoli, con l'aggiunta di più edifici appoggiati l'uno all'altro. Hanno altari completamente spogli, pavimenti resi irregolari dalle lapidi antiche, croci e incomp rensibili scritte in armeno scolpite un po' ovunque. Il Piccolo è il primo estimatore, perché i monasteri sono ovviamente in pietra, con mura spesse, e quindi dentro fa un bel fresco e si sta in penombra: l'ideale per il sonnellino. Oggi, al monastero di Haghpat, lo abbiamo parcheggiato con passeggino vicino al portone principale. Lo abbiamo ritrovato nella stessa posizione, con l'espressione beata di chi finalmente si sta godendo il sonno dei giusti. In tutto il viaggio il Piccolo ha sofferto il caldo, di giorno e di notte. Per fortuna ha potuto fare qualche bel sonnellino nei monasteri (dove ultimamente cerchiamo, per quanto sia faticoso e scomodo, di portarlo col passeggino e non con lo zaino, proprio perché possa dormire). 
Il rituale prevede che le donne entrino negli edifici sacri a capo coperto, e quindi solitamente all'entrata sono a disposizione dei foulard per le visitatrici. Dopo un primo momento di disorientamento (Mamma, perché le donne devono coprire i capelli e gli uomini no?) la Grande e la Media si sono lanciate nel gioco con entusiasmo. Scelgono i colori più sgargianti (oggi sono rimaste deluse perché tutti i foulard a disposizione erano bianchi), se li accomodano vezzosamente sulla testa, si aiutano a vicenda ad indossarli. A me l'idea di mettermi in testa (e soprattutto di far mettere alle bambine) dei pezzi di stoffa usati da mille altre persone, e chissà quando lavati l'ultima volta, fa un po' di ribrezzo (il pidocchio è sempre in agguato - pensiero che cerco ogni volta di scacciare - ma non ci riesco mai), e quindi ho un po' di difficoltà a giocare alle principesse. Ma è certamente un mio problema. 
Per la Grande e la Media, altra grande attrazione sono le rondini, che nidificano a decine nelle navate, e quindi ogni ingresso in chiesa è salutato da un pigolare continuo dei piccoli che chiedono da mangiare. Le bambine osservano rapite i becchi aperti, nei nidi, in attesa del cibo. Io temo ogni volta che mamma rondine mi faccia la cacca in testa (e mi copro bene col foulard per limitare eventuali danni), ma è certamente anche questo un problema mio. 
Ultimo grande motivo di interesse sono i ceri. Qui si usano ovunque candele alte e sottili, di cera gialla. Ovviamente il divertimento di accendere la fiammella e posizionare il cero nella vaschetta di sabbia è massimo, condito con quel po' di paura di bruciarsi che rende tutto più interessante. 
Io e il Papà siamo attratti da banalità come l'architettura, il contesto storico, i bassorilievi. Troviamo spettacolari i kachkar, lapidi intagliate con il motivo della croce, che sono un'espressione artistica tipicamente armena. Ma vogliamo paragonare una pietra intagliata con la magia di un nido di rondine o di un sonnellino al fresco?
Siamo tutti appassionati di monasteri. Ognuno, però, ha la sua prospettiva. 

1 commento:

  1. certo ognuno adatta la visita ai suoi interessi.da qualche giorno lo scritto è di un bianco sbiadito, come mai?pap

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