venerdì 4 agosto 2017

in macchina in Armenia

Vardenis
Ovviamente, poiché siamo una famiglia numerosa, cerchiamo di viaggiare contenendo i costi. In più, come dice la Media, è intelligente usare la macchina che hanno tutti. Così se si rompe tutti la sanno aggiustare. 
Ci piace anche l'idea di essere, per quanto possibile, come i locali, e quindi abbiamo noleggiato una Lada Niva bianca, che qui è nettamente l'auto più diffusa. Io non l'avevo mai sentita nominare. È una specie di vecchia Fiat 127, solo molto più alta, perché è un fuoristrada. Il Papà è fiero del fatto che ha le marce ridotte e il blocco dei differenziali (vai a sapere che significa), che sulle strade armene pare siano essenziali. Io dei differenziali non so nulla (fortuna che l'esame della patente l'ho già passato) ma in effetti riconosco che siamo andati senza problemi su strade su cui non mi sarei avventurata nemmeno a dorso di asino. Si tenga presente che il concetto armeno di "strada bianca" è ben diverso da quello europeo. E spesso la "strada bianca" non è una romantica variante: è l'unica opzione. Naturalmente la Niva non ha l'aria condizionata, e quindi giriamo sempre con i finestrini abbassati. Il che fa molto "auto decappottabile" perché dentro sembra di prendere il volo. D'altronde noi "vecchia generazione" abbiamo passato tutti l'infanzia senza l'aria condizionata in macchina, e siamo ancora vivi per raccontarlo. Anzi, io con la 127 di mio padre ho attraversato più volte l'Italia per arrivare in Sicilia, e sono ancora viva per raccontare anche questo. A differenza della 127, la Niva non ha quei bei sedili di plastica nera, che facevano sudare il sedere solo a guardarli, il che ci pare già un ottimo passo avanti. Il bagagliaio invece è lo stesso, ma tanto a noi piace viaggiare leggeri. La dotazione è completata da un seggiolino per il Piccolo modello super-basic, senza imbottitura, durissimo e non reclinabile. Quando il Piccolo si addormenta, praticamente implode. 
Viaggiare in auto in Armenia è piuttosto rilassante, perché il traffico è scarsissimo. Bisogna stare solo attenti alle mucche, che sono tantissime, sbucano ovunque a tutte le ore e spesso non sono accompagnate da un guardiano umano. Semplicemente la sera tornano a casa da sole, non sempre seguendo percorsi che facilitino il passaggio delle auto. In Armenia si usa affiancare le lapidi funerarie a bordo strada (che in effetti si vedono anche da noi) con l'installazione permanente, tipo piazzola di sosta, di tavolo e sedie da pic-nic. Le aree di sosta sono in effetti per la maggior parte vicine alle lapidi, e quindi anche oggi abbiamo mangiato la nostra frutta in compagnia dell'estinto (c'era anche un carro armato, residuato della guerra).  Chissà,  magari anche gli estinti così si sentono meno soli.
Oggi lunghissimo percorso in auto. Avremmo voluto trascorrere l'ultima notte in Nagorno Karabakh, ma sulla nostra strada non c'era nemmeno una pensioncina. E chilometro dopo chilometro, abbiamo passato di nuovo il confine. Siamo di nuovo in Armenia. 

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