martedì 1 agosto 2017

soffritto con cipolla e pasta

Stepanakert (Nagorno Karabakh)
A Stepanakert i segni della guerra si vedono. C'è qualche palazzo sventrato e alcuni cumuli di macerie in periferia. Ma le vie del centro, se si esclude la massiccia presenza di soldati in divisa, sono quelle di una cittadina normale, vivace anzi. A Shushi, che dista appena una decina di chilometri, sembra che la guerra sia finita ieri: ci sono molti palazzi semi-abbattuti o seriamente danneggiati dalle bombe. La moschea (qui c'era un importante gruppo azero) è in ricostruzione. Arriviamo nella cittadina in mattinata e incrociamo una specie di festa di paese: è appena arrivato un pullman di soldati che tornano a casa dal servizio di leva. Qui la durata è di due anni, obbligatori, e spesso questi ragazzi (la maggior parte avrà vent'anni) vengono mandati a difendere i confini. Ci fermiamo qualche minuto ad osservare le madri che riabbracciano i figli, gli amici in posa per la foto ricordo. Oggi a Shushi dovrebbe essere un giorno di festa, ma la città ci sembra in qualche modo spenta. È encomiabile il tentativo di ricominciare anche attraverso la cultura e l'arte (visitiamo due musei, entrambi molto curati e in edifici appena restaurati) eppure è come se qualcosa non andasse per il verso giusto. La città ci sembra sparsa su un territorio troppo grande e per le strade non c'è praticamente nessuno. All'ora di pranzo ci dirigiamo in uno dei due ristoranti del paese, che espone l'attraente insegna "cucina armena". In realtà la cucina è completamente vuota, se si esclude un tizio che ci dorme dentro, e le persone sedute ai tavoli in giardino (alcune delle quali festeggiano il rientro dei militari) hanno evidentemente portato il cibo da casa. L'atmosfera, però, ci sembra piacevole. Chiediamo se sia possibile avere almeno un piatto di pasta per il Piccolo. La signora fa cenno di sì, ma in cucina non c'è nemmeno uno spaghetto. A noi propone insalata, pane e formaggio, poi chiede al Papà di accompagnarla nel vicino negozio a prendere mezzo chilo di fusilli. Ce li serve ovviamente scotti, e per di più saltati in padella con soffritto di cipolla. Il Piccolo ne mangia una quantità enorme, gli altri membri della famiglia rimangono interdetti (perfino la Media, che quando si tratta di pasta non va mai per il sottile) e quasi digiuni. Ma il tavolo all'ombra è piacevole. La signora ha perfino sfoderato una tovaglia bianca. Le famiglie degli altri tavoli regalano frutta ai bambini. Siamo contenti comunque; e speriamo che Shushi, prima o poi, si riprenda dalla guerra.

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