mercoledì 9 agosto 2017

caviale e pomodoro

Gyumri
Non si può dire che si sia davvero adattatato alla cucina armena, ma il Piccolo durante il viaggio si è lasciato andare a diversi esperimenti e ha cambiato più volte dieta. I primi giorni, probabilmente temendo che così lontano da casa il cibo fosse avvelenato, non ha mangiato sostanzialmente nulla. La cosa suona ancora più strana se si considera che a Yerevan (appunto i primi giorni) eravamo in un appartamento con cucina ben fornita. Proprio per favorire l'ambientamento del Piccolo cucinavamo grandi paste con pomodoro appena scottato, le stesse che mangiamo a casa. Però, chissà perché, in viaggio la pasta al pomodoro non gli andava più. Vinto dai morsi della fame, ha successivamente ripiegato sulla dieta "pane e patatine fritte". L'idea è più o meno agli antipodi rispetto al concetto di "cucina sana" ma abbiamo preferito non andare per il sottile e lasciargli mangiare quel che gli pareva, ponendoci il solo obiettivo di chiudere la parentesi alla fine del viaggio. Lui, tuttavia, deve essersi accorto che così non andava bene, e nei giorni successivi è diventato fruttariano. Non mangiava nulla a parte la frutta. Il bello è che gettava con sdegno per terra le patate e il pane, che fino al giorno prima erano state il cibo eletto. Nei giorni fruttariani il Piccolo ha mostrato una spiccata predilezione per pesche e uva. Quest'ultima ha avuto effetti deleteri sui suoi movimenti intestinali (ovvero: gli è venuta la diarrea) e quindi si è cambiato registro. In tutta questa girandola ci sono stati due punti fermi, uno in negativo e l'altro in positivo; quello in negativo è stato l'uovo: un alimento facile da trovare, economico ed energetico, ma il Piccolo non ne ha mai voluto sapere. Strapazzato, alla coque o come frittata, il risultato è stato sempre lo stesso: rifiuto netto. Peccato. Il punto fermo in positivo è stata la Coca Cola: gliene abbiamo dato un sorso quasi per caso (più che altro per vedere le facce buffe che avrebbe fatto) ed è stata una rivelazione. Il Piccolo la adora e la beve a grandi sorsi. Ama anche le altre bibite-spazzatura (la Fanta, per esempio) e non disdegna l'acqua gassata. Ho smesso di farmi domande su questo mistero, e lui continua beatamente a sorseggiare le bibite del Papà (io personalmente la Coca Cola la detesto). L'altro giorno si è perfino lanciato in un'inedita merenda a base di Coca Cola e more: fuori dal monastero di Haghpat c'erano alcune anziane che vendevano bicchieri pieni di frutti di bosco per pochi spiccioli, e la Famiglia in Cammino non si è fatta pregare. Più recentemente il Piccolo ha adottato un regime misto a base di pasta, riso e frutta, ma questa sera ha fatto una nuova eccezionale scoperta: il caviale. Siamo stati in un ristorante di pesce famoso in tutta l'Armenia. Si tratta in realtà di un gigantesco allevamento, che si trova alla periferia della città e dove le vasche sono disposte a formare laghi e fiumiciattoli, in mezzo ai quali si trovano i tavoli. Abbiamo ordinato il caviale giallo, uno dei piatti forti del locale, e ne abbiamo fatto assaggiare una punta al Piccolo. Si è innamorato all'istante, tanto da chiederne altri cucchiaini con gesti eloquenti. Ha trovato inoltre perfetto l'abbinamento con i pomodori a fette che in quel momento stava mangiando. Temo che a casa dovrò faticare per riportarlo ad un regime alimentare accettabile...

2 commenti:

  1. I bambini sanno sempre adattarsi ai luoghi.A casa,sapra' cosa fare!

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