sabato 18 gennaio 2014

dall'altra parte

La mia amica T, che ha occhiali tondi e piglio deciso, mi ha chiesto se abbiamo intenzione di emigrare. No, non abbiamo intenzione di emigrare. La nostra vita ce la siamo fatta su misura, come un vestito, e ci va bene. A volte serve una toppa, un bottone nuovo, a volte bisognerebbe rifare un orlo ma non si riesce. Eppure il vestito mi sta bene. Amo il lavoro che faccio, amo la mia casa, ho delle amiche che considero sorelle. Ma voglio anche vedere cosa c'è dall'altra parte. Voglio che la mia vita sia un guscio protettivo, non una prigione. Voglio sentirmi libera, e sperimentare di essere libera, e sperimentarlo con la Piccola e la Grande. Voglio che siano libere anche loro, che vedano gli animali e la natura, che diventino selvagge per tre mesi; avranno tempo in abbondanza, dopo, per tornare a seguire mille regole, per la scuola, la spesa, l'inverno.  Chissà per quanto non potremo permetterci la macchina nuova, ma credo che le bambine non ci faranno caso.
Oggi qui piove e fa freddo. A Sydney non fa freddo, ma piove. Qui è giorno, dall'altra parte è notte.

P.S: mentre le mie paure convergono inutilmente sulla cubomedusa, il pericolo è sempre in agguato ovunque. Questa notte, in clamoroso ritardo con la preparazione del bagaglio, mettendo a posto in cima all'armadio i vestiti, sono caduta e mi sono schiacciata una mano. Per fortuna la radiografia non rivela fratture, c'è solo una forte contusione. Ora ho il polso fasciato, ma in qualche modo devo riuscire a portare il bagaglio, la Piccola e la Grande. Il nostro viaggio verso l'altro lato del mondo (Milano-Dubai-Sydney) è iniziato con una notte al pronto soccorso.

2 commenti:

  1. il peggio pè passato.buon viaggio.pap

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  2. Beh dai è andata bene! Non vedo l'ora di leggere le avventure australiane.

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