domenica 30 luglio 2017

meraviglie

Goris
Una delle meraviglie dell'Armenia è l'acqua. Quella del rubinetto è sempre sicura (almeno così speriamo, dato che ne abbiamo bevuta un po' ovunque, con l'unica precauzione di non darla al Piccolo). In più ci sono fontanelle ovunque. Ogni cento metri nelle cittadine, e perfino i più sperduti villaggi delle montagne, dove la gente dorme insieme alle mucche, hanno la loro fontanella di acqua, con l'usuale cornice di anziani che giocano a scacchi. Uno potrebbe non farci troppo caso. Si consideri, però, che le temperature sono molto alte, la Famiglia in Cammino beve come una famiglia di cammelli, e non avere il pensiero di caricare litri e litri di acqua in macchina è un bel sollievo. Dal canto suo, il Piccolo ha imparato a bere dal bicchiere, dalla bottiglia, dalla lattina. Forse il fatto che dimentichiamo regolarmente la sua tazza ha avuto un ruolo: i bambini, si sa, sono come cuccioli, e l'istinto di sopravvivenza è una bella spinta all'apprendimento.
Altra vera meraviglia sono le giostre. Non l'avremmo mai detto, ma in ogni paese c'è un luna park permanente. Nelle città grandi anche più d'uno. A Yerevan ne abbiamo visti almeno tre. I luna park sono solitamente tenuti bene e un giro in giostra costa l'equivalente di 50 centesimi o un euro. I minorenni della Famiglia in Cammino sembrano muniti (sì, anche il Piccolo) di una specie di radar, e quindi le attrazioni non ci sfuggono mai. La nostra preferita è l'autoscontro in acqua (che in Italia non avevamo mai visto), ma purtroppo non si trova sempre. Per chi se lo stesse chiedendo, non si tratta di pedalò, ma di barchette a motore con acceleratore, proprio tipo autoscontro. Roba da mandar fuori di testa gli adulti, figuriamoci le bambine.
Oggi siamo a Goris, vicini al confine con il Nagorno Karabakh. Abbiamo visitato la casa museo di Axel Bakunts, uno scrittore armeno ucciso dalle "purghe" di Stalin (Mamma, ma che bisogno c'era di ucciderlo? Non potevano parlarsi?) e poi il villaggio di Khndoresk, la cui parte antica è tutta scavata sul fianco di una montagna. Ci si arriva attraverso un ponte sospeso che mi dava le vertigini (il peggio è stato quando la Grande e la Media se ne sono accorte, perché hanno trovato la mia paura estremamente divertente e si sono messe a far dondolare il ponte. Le gioie della maternità). Poi abbiamo concluso la giornata alla giostre: un piccolo luna park in un giardino pubblico, con pista dell'autoscontro (purtroppo non in acqua) tutta per noi. Il Papà si è lanciato anche lui sulla macchina all'inseguimento delle bambine, io e il Piccolo siamo rimasti a bordo circuito a ballare sulla musica-spazzatura degli altoparlanti. Tutti e cinque a ridere come ubriachi. Evviva le meraviglie dell'Armenia.

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