domenica 23 luglio 2017

vardavar

Yerevan
Il vicino di tavolo del bar questa mattina ci aveva avvertito: Oggi è la festa d'estate, attenti alle secchiate d'acqua! Noi avevamo anche letto di questa tradizione sulla guida, ma senza darci troppo peso. Chi mai potrebbe lanciare un gavettone gelido su una simpatica famiglia a spasso? Quindi la prima doccia ci coglie impreparate, la Media e me: un giovanotto armato di secchio corre fuori dal suo negozio e ci prende in pieno con l'acqua. Là per là penso che ho la macchina fotografica al braccio, che la Media si sente male (ogni inizio di viaggio è salutato con uno o più episodi di vomito: oggi tocca a lei) e che lo schizzo avrebbe potuto investire il Piccolo, e quindi urlo. Il ragazzo evidentemente non capisce nulla, ma corre a rifugiarsi nel negozio. Anche perché il Papà, pure lui preoccupato per la Media, rincara la dose di imprecazioni. Dopo poco capiamo che l'intera città è in preda ad una specie di delirio: ragazzi armati di secchi corrono in tutte le direzioni, la gente si affaccia al balcone e butta acqua sugli sconosciuti che passano di sotto, ai semafori vengono prese di mira perfino le auto con i finestrini abbassati. Oggi Vardavar è la festa della Trasfigurazione e cade 14 settimane dopo Pasqua, ma in origine era la festa pagana di Astghik, dea della fecondità e della bellezza. Una specie di Afrodite, insomma, il cui culto era associato alla natura lussureggiante e all'estate. Sia come sia, oggi sottrarsi ai gavettoni è impossibile in tutta l'Armenia, a meno di non tapparsi in casa. Rimaniamo in appartamento per qualche ora, finché la Media non si ristabilisce; pisolino, sali reidratanti e poi sia lei sia la Grande fremono per unirsi alla baraonda. Gettare e gettarsi acqua addosso, per strada e tutte vestite, è una specie di apoteosi del proibito. Noi tentiamo una blanda resistenza, ma poi acquistiamo due pistole ad acqua e ci dirigiamo in piazza della Repubblica, che è il centro del delirio perché dominata da un'enorme fontana, per l'occasione diventata piscina collettiva. Le ragazze sono in visibilio. Si lanciano verso la fontana, svuotano e riempiono i serbatoi a ritmi forsennati, scuotono le chiome gocciolanti e strizzano le gonne. Si uniscono perfino ad una banda di ragazzini scalmanati e sono a buon diritto partecipi della baldoria. Naturalmente anche io e il Papà siamo bagnati dalla testa ai piedi; il Piccolo viene fortunatamente risparmiato. Mentre torniamo a casa prima di cena, per asciugarci e stendere i vestiti, io penso che per fortuna Vardavar è solo una volta all'anno. Alla Grande e alla Media, invece, l'Armenia sembra già un paradiso.

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