venerdì 21 luglio 2017

nuovi passi

In effetti non ricordo di aver mai terminato un bagaglio. Arriva, molto prima della conclusione, il momento in cui sono stufa. Allora infilo nella borsa arancione le ultime cose che ho in mano e decido che va bene così. Quel momento è appena arrivato. E coincide, tra l'altro, con l'ora di infilarsi le scarpe e andare a chiamare i bambini: iniziamo un nuovo viaggio, diretti in Armenia. Stanotte voliamo su Kiev e poi a Yerevan.
Niente peluche nel bagaglio di quest'anno: né la Grande né la Media ne hanno fatto richiesta. E nemmeno ci sono, con sollievo di entrambe, i libri per le vacanze. In compenso abbiamo le creme antirughe per la Mamma, ciucci infilati in ogni angolo (ogni anno ho un terrore che sovrasta tutti gli altri: stavolta il terrore è smarrire il ciuccio del Piccolo) e Voltaren che ci accompagna dei tempi del Cammino. Sempre dai tempi del Cammino conservo l'abitudine di portare pochissimo vestiario: pantaloni lunghi e corti, due magliette a testa, e l'intenzione di fare il bucato ogni sera, perché niente è più bello che muoversi leggeri. Ripartiamo dal punto in cui ci siamo interrotti l'anno scorso: Mi sono iscritto a danza, l'ho fatto per la panza è ancora la nostra canzone preferita, e il Piccolo continua a ridere ad ogni assalto, non sempre amichevole, delle sue sorelle. Altre cose che lo fanno ridere sono i cani, le pentole sbattute l'una contro l'altra e il solletico sotto le ascelle. Negli ultimi giorni, al mare in Toscana, il Piccolo ha anche cominciato a camminare: è proprio l'ora di partire di nuovo.

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