martedì 8 aprile 2014

donne in piena crisi di nervi

Johns River rest area (Pacific Highway)
Per la prima volta in tre mesi facciamo davvero fatica a sistemarci per la notte. Abbiamo bisogno di fermarci sulla strada per Sydney, ma la Pacific Highway è tutta un cantiere: molte aree di sosta sono chiuse, o si possono usare solo di giorno, o sono dall'altra parte della strada ed è impossibile cambiare direzione. Riusciamo a posteggiare tardissimo e siamo tutti distrutti. Ci accontentiamo di una cena fredda, uova, fagioli e tonno in scatola.
Ho pensato più volte alla frase della contadina di Myella Farm; giorni fa, quando le ho chiesto come mai preferiscano usare cavalli maschi con i principianti, mi ha risposto: "Perché i maschi sono prevedibili. Il loro carattere è tutti i giorni lo stesso". Io non sarò un cavallo, ma sono orgogliosamente femmina, e oggi ammetto di essere stata intrattabile per tutto il giorno. Sarà la stanchezza (se non altro per i mesi di sveglia alle 5.50 e partenza alle 6, domenica inclusa), sarà la tristezza per la fine del viaggio, non so. Fatto sta che oggi non mi si poteva avvicinare. Il peggio è che mi sforzavo di stare allegra; e più mi sforzavo, più diventavo apatica e antipatica. Peggio del peggio: le altre due femmine del gruppo sono state contagiate, e si sentivano evidentemente come me. Hanno passato l'intera giornata a picchiarsi, a lamentarsi, a piangere, rendendo il camper un inferno.
Domani dobbiamo essere a Sydney; quindi eravamo obbligati a percorrere un bel po' di chilometri, e altrettanti ne dobbiamo ancora fare. Tuttavia abbiamo tentato di goderci lo stesso la giornata. Programmavamo qualche sosta in spiaggia, ma il meteo non ha aiutato: anche oggi freschino e showers, il che ha ulteriormente peggiorato l'umore delle donne di famiglia. Ne ha fatto le spese ovviamente il Papà, che ha catalizzato tutte le sfuriate, le frustrazioni e i capricci dei tre quarti del gruppo. Bisogna dire che lui in questo ormai è specialista, e infatti è riuscito a controllarsi per tutto il giorno, lasciandoci sfogare senza reagire.
Ci siamo fermati a Yamba per colazione, ma ha iniziato a piovere e abbiamo abbandonato in fretta la spiaggia. Gli australiani, che ancora ci stupiscono, facevano il bagno come niente fosse, ma noi non abbiamo assorbito i costumi locali fino a questo punto. Abbiamo proseguito per Coffs Harbour: la Grande è entrata in oceano solo pochi minuti, il tempo di dare un ultimo saluto al surf. Siamo passati da Bellingen: paese eccentrico, artistico, hippy e divertente.
Entrando nell'ennesimo bagno pubblico, per una volta abbastanza spazioso e abbastanza decente, la Piccola ha avuto un moto di tenerezza (sono sempre le situazioni di completa intimità a scatenare i suoi moti di tenerezza):- Mamma - ha detto - hai visto che meraviglia questo bagno? È bello... Grande... Si può fare la cacca, senza problemi! 
Poi mi ha abbracciato le ginocchia e ha proseguito:- Tu sei bellissima, carinissima e avventurosa!
Io:- Avventurosa?
- Sì!
- Ma tu sai cosa vuol dire?
- Certo. Vuol dire che ci fai provare tante avventure.
- Per esempio?
- Per esempio... Venire in Australia!

3 commenti:

  1. Le riflessioni piùimportanti e vere si fanno quando ci si "concentra maggiormente e particolarmente".Mam

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  2. Piccola e Grande, di certo siete molto fortunate...una mamma e un papà disposti a mettersi in gioco così non ce ne sono molti...vi hanno fatto vivere un'esperienza unica e indimenticabile...
    E la vostra mamma ha fatto tanta compagnia anche a noi con i suoi meravigliosi racconti.
    Buon viaggio di ritorno

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