sabato 5 aprile 2014

molto tanto

Browns Creek rest area (Old Bruce Highway)
La passione per il surf conosce una stagione nuova.
Ci siamo fermati per due giorni a Rainbow Beach, che ha una strana sabbia luccicante, marrone, dorata e grigia. La leggenda aborigena vuole che sia nata dai frammenti di un arcobaleno, ucciso per amore. La spiaggia è lunghissima e poco frequentata. Il mare è tiepido e ha onde ottime per il surf. La Piccola si butta sulla pancia con entusiasmo e sicurezza. All'inizio del viaggio praticamente non voleva saperne, ora anche lei non vede l'ora di lanciarsi. La Grande è praticamente una campionessa. Oggi è perfino riuscita, più volte, a salire in piedi sulla tavola che il Papà aveva noleggiato.
In tre mesi di viaggio, la Grande ha provato moltissimi sport. Ha iniziato con la canoa, pagaiando appassionata e lamentandosi perché doveva portare il giubbotto salvagente (Ma io so nuotare!). Ovviamente in canoa ci è andata col Papà; io me ne sono ben guardata: troppa fatica. Poi è stata la volta dello skateboard. Se l'è fatto prestare in un campeggio, ha provato e si è innamorata. Lo ha voluto in regalo per il suo compleanno. Da allora, siamo diventati assidui frequentatori delle piste da skate pubbliche, che qui in Australia sono molto diffuse. La Grande ha imparato piuttosto bene a tenersi in equilibrio e ad affrontare le curve. La Piccola prova occasionalmente, di solito sedendosi a cavallo dello skate. Non ama assumersi il rischio di cadere. C'è stato naturalmente molto nuoto: la Grande ormai se la cava benone, e anzi ha insegnato anche alla Piccola a stare a galla senza l'aiuto dei braccioli. In assenza di mare, ci sono stati il frisbee e il boomerang, ma quest'ultimo è un po' una nota dolente: la Grande, notoriamente perfezionista, non riesce quasi mai a farlo tornare e ogni volta si arrabbia. Soprattutto perché la Piccola un paio di volte ce l'ha fatta. Le ragazze hanno provato l'equitazione, lungo la Great Ocean Road e pochi giorni fa, nei prati intorno a Myella Farm. Più di recente, c'è stato lo snorkelling, ma bisogna perfezionare la tecnica di respirazione dal boccaglio: nessuna delle bambine l'ha capita ben bene, ed entrambe devono spesso tornare a galla a prendere il respiro. Nei sogni della Grande e della Piccola è entrato recentemente lo sky-diving, una specie di paracadutismo con atterraggio in spiaggia che qui è piuttosto diffuso, ma che per ora preferisco rimanga solo nei sogni. Del resto lo sport del momento è senza dubbio il surf. Oggi il Papà aveva noleggiato una tavola per sé. La Grande ha chiesto di provare anche lei a stare diritta, alta sulle onde. Tentava, cadeva, traballava e riusciva finalmente a mettersi in piedi. Ci è riuscita più volte, allargando le braccia come fanno gli equilibristi e ridendo come fanno solo i bambini.
Io e la Piccola facevamo il bagno poco lontano. Mi affannavo a correrle dietro, sollevarla e tenerle la mano: qui le onde sono sempre alte e capricciose, non si può lasciare che i bambini (e gli adulti) semplicemente sguazzino. Il bagno in oceano è sempre e comunque un'attività sportiva, il che non sempre mi rende felice. Vedevo davanti a noi dei ragazzi coi loro surf e li ho indicati:- Hai visto - ho detto alla Piccola - come sono bravi quei ragazzi?
- - mi ha risposto, prima di girarsi, ammirata, a guardare la Grande - ma anche mia sorella è brava. È molto tanto brava. 

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