mercoledì 2 aprile 2014

la grazia della tartaruga

Granite Creek rest area (Bruce Highway)
I giocattoli-tartaruga, acquistati in un momento di tenerezza dissennata, hanno portato fortuna sul serio: oggi abbiamo nuotato con le tartarughe marine. Non in un acquario, in un parco, in una piscina: eravamo nell'oceano, sulla Grande barriera corallina.
Alla fine del viaggio, col camper che ormai cade a pezzi (un fornello rotto, una sedia sfasciata, il portellone dietro che a volte non si apre), abbiamo trovato il coraggio per un'ultima follia: escursione a Lady Musgrave Island, uno dei gioielli al largo del Queensland. L'isola è completamente disabitata ed è chiusa in una laguna naturale, tutta recintata di corallo. Facendo il bagno nella "laguna" di mare si trova un'acqua piatta, limpidissima, libera dalle meduse (che ormai abbiamo lasciato alle nostre spalle, più a nord) ma piena di tutto il resto: polpi, tartarughe, pesci e coralli a migliaia.
L'unico problema è stato il tragitto di andata: il mare era un po' mosso, il catamarano ha ondeggiato paurosamente per tutti i 60 chilometri di distanza, e la Famiglia in cammino ne ha risentito. L'intera componente femminile, pur signorilmente e con discrezione, ha vomitato molte volte. Solo il Papà è riuscito a resistere, dominando la nausea. E tutto questo nonostante non avessimo fatto colazione. Il buono del mal di mare, però, è che passa appena si scende; infatti, presa una boccata d'aria, ci siamo goduti la giornata. La nave ha attraccato su una piattaforma, dentro il recinto corallino. Da lì si poteva guardare il mare scendendo al piano di sotto, semi-sommergibile con pareti trasparenti. Oppure si poteva salire su una chiatta con fondo trasparente, guardando i coralli senza bagnarsi. Si poteva scendere in acqua con pinne e maschera o farsi portare alla spiaggia.
Noi non ci siamo fatti mancare nulla. Prima abbiamo passeggiato a piedi sull'isola, con la Piccola molto contrariata per il divieto di raccolta sassi e rametti: la zona è parco naturale iper-protetto. Non si può toccare assolutamente nulla. Non ho chiesto quali fossero le pene previste, ma sospetto che si trattasse di punizioni corporali; meglio non rischiare.
Poi abbiamo preso la chiatta e girato tutta la laguna, alla ricerca di pesci-pagliaccio e corallo nero. E poi, dopo aver doverosamente onorato il buffet (il Papà, debilitato dalla colazione mancata, ha mangiato non meno di 20 gamberi; oltre a pasta, prosciutto, pollo e frutta), ci siamo calati in acqua. L'acqua era turchese, i pesci avevano tutti i colori. Il rosso, il giallo, il blu. Non avevano paura e si lasciavano avvicinare.
Tenendo per mano la Grande, nuotando attraverso i coralli, ad un certo punto ho visto una tartaruga. Il tempo di girarmi, per controllare che anche la Grande stesse guardando, e la tartaruga era sotto di noi. Nuotava lenta, con grazia, tenendo il collo in su per guardarci. Poi ne abbiamo vista un'altra, enorme, che si riposava in mezzo ai coralli. Poi un polpo, che schizzava qui e là. E questa volta, in mezzo a centinaia, migliaia di altri pesci, grandi, piccoli, argentati e colorati, c'era anche il piccolo Nemo.

2 commenti:

  1. Caspiterina che bello.pap

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  2. Che meraviglia! La fortuna aiuta gli audaci....e i puri che si lasciano incantare!. Vi stiamo aspettando, Paolo era incredulo alla notizia dell'allattamento del piccolo canguro! Avete scelto un viaggio giusto per le bimbe è azzeccato per chi fa della meraviglia la ragione di vivere. Luca ha ancora dubbi su chi sia Caterina a e chi silvia ma comunque non vede l'ora di rivedervi.., e manca poco per noi, anche se sento che voi siete ancora molto lontani dall'dea di tornare alla vostra verissima casa . Consolatevi: qui ci sono verissimi amici che vi aspettano per sguazzare insieme su acque forse meno cristalline ma comunque selvagge ��. A presto!!! Fra

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