venerdì 11 aprile 2014

la boccia del pesce rosso

In questi tre mesi abbiamo evitato del tutto le città. Forse è per questo che Sydney ci fa davvero impressione. È enorme. Ci sono grattacieli, traffico, negozi pieni di gente e lunghe distanze da coprire a piedi. Il cielo è grigio, ma non piove. Camminiamo fino al porto e all'Opera House. Il colpo d'occhio è notevole, ma non ci emoziona. Scattiamo qualche foto, compriamo due costosissimi gelati per le bambine e ci sediamo su una panchina. Stiamo fermi un po' e poi ci rimettiamo a ciondolare. Ieri pomeriggio, il tassista nepalese ci assicurava che Sydney è piena di opportunità e c'é lavoro per tutti. In effetti incontriamo moltissimi ragazzi stranieri che servono ai tavoli, stanno alle reception o nei negozi. A noi europei, schiacciati dalla crisi, il tutto fa un certo effetto. Sydeny ci appare vivace, colorata, multietnica. È un peccato soltanto non incontrare aborigeni australiani, che qui evidentemente non vivono.
Io e il Papà passiamo la giornata a galleggiare. Ci sentiamo spaesati, come se guardassimo una cartolina. Dopo tre mesi di assoluta libertà, qui siamo come pesci fuor d'acqua. Anzi, siamo come il pesce rosso nella hall del nostro ostello, che vaga da un lato all'altro della sua boccia. Non così le bambine, che sembrano felicissime, si stupiscono e si godono qualsiasi cosa. La Piccola è tutta eccitata quando un'artista di strada le regala uno smalto per unghie. Entrambe saltano di gioia quando proponiamo di dividere una pizza al self-service. La Grande è contentissima di mettere le fette di pizza nei piatti, usando la paletta. Entrambe sono di nuovo felici quando entriamo in un'enorme libreria. In questi mesi, peraltro, le biblioteche non sono mancate: io e il Papà avevamo spesso bisogno di accedere ad un computer per scaricare foto e video sulle memorie esterne. Di solito, mentre il Papà provvedeva al travaso, io leggevo alle bambine una storia dietro l'altra. Abbiamo frequentato tante biblioteche di paese. Questa è una grossa libreria con l'aria condizionata troppo forte, e mi sembra molto meno poetica.
A volte penso che bisognerebbe imparare a vivere come i bambini. Loro riescono davvero a vedere sempre il bello, a cogliere il lato eccitante. Per noi adulti è impossibile, e comunque il gioco di Pollyanna (o di Mary Poppins) non è mai stato il mio forte.
Passiamo la nostra ultima notte australiana nel dormitorio di un ostello pieno di ragazzini con lo zaino. Io e il Papà abbiamo appena finito la sistemazione del bagaglio più grande del mondo. Alle quattro del mattino prenderemo un taxi per l'aeroporto.

4 commenti:

  1. Le emozioni della Grande e della Piccola sono indescrivibili! Regalano forza e invitano a guardare sempre il lato positivo della vita. pap e mam

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  2. Buon viaggio! La malinconia è un privilegio riservato a chi ha goduto fino in fondo. Ora un po' di scosse emotive ma poi finalmente LA VASCA DA BAGNO!!!!! A prestissimo!!!!! Fra

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  3. Ero un po' in arretrato, ma mi sono letta gli ultimi post tutti di un fiato e mi sono rifatta gli occhi con le immagini meravigliose di quelle spiagge deserte. Chissà come sarà tornare alla vita di tutti i giorni dopo un'esperienza così! Certo è che ve la porterete sempre nel cuore. Buon rientro nella vostra verissima casa.

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