giovedì 18 agosto 2016

cetrioli a colazione

Kratovo (Macedonia)
Il pasto più problematico è sempre la colazione; la Grande e la Media apprezzano molto i sapori salati di prima mattina; tuttavia la nostalgia dei Pan di Stelle ciclicamente affiora, e a volte si rende necessario un minuto di coccole per superarla. A parte questo piccolo inconveniente, il rapporto della Famiglia in Cammino con la cucina macedone è ottimo. Non che ci sia mai stata una cucina che abbiamo disdegnato, ma viaggiando con i bambini qualche dubbio viene sempre. E invece. Al mattino, salvo rimpianti per i biscotti di casa, la Grande ama la pita, una specie di frittata con verdure da fare a pezzi e immergere nello yogurt liquido. Non disdegna salsicce, uova strapazzare, formaggio alla piastra. La Media ha deciso che il suo futuro sono le verdure: questa mattina ha mangiato due pomodori e due cetrioli con sale e olio. Ha aggiunto uova strapazzate, salsicce e the con latte. Le mie figlie evidentemente hanno lo stomaco di ferro. Il Papà mangia qualsiasi cosa in quantità abbondanti (evidentemente hanno preso da lui), mentre io continuo a subire il vituperio generale, dato che proprio non riesco a mangiare altro se non pane e marmellata. È un mio limite. 
La cucina macedone non è troppo grassa o troppo fritta, ma siamo sconcertati dall’abbondanza delle porzioni. Noi, anche nei momenti di maggior fame, ordiniamo solo due piatti in quattro e ne abbiamo abbastanza. Non è la prima volta che amici occasionali cercano di farci prendere qualche porzione in più, o ci chiedono se ci sentiamo male, dato che per i loro standard noi mangiamo pochissimo. Ma il punto è che qui le dosi sono veramente enormi. I prezzi, invece, sono al limite del ridicolo: solitamente, per un pranzo o una cena, inclusi birra e caffè (l’espresso si trova piuttosto facilmente, con mio grande sollievo), non arriviamo a spendere 8 euro in quattro. Adoriamo le insalatone (che qui vengono servite come antipasti), e apprezziamo il pesce e la carne ai ferri. Una delle basi della cucina macedone è appunto la carne, generalmente di pollo o maiale. Mangiamo poi molti peperoni, tanti dei quali piccanti, e cipolle fatte in tutti i modi. Qui tra l’altro divorare cipolle non pregiudica la vita sociale, perché tanto le mangiano tutti e la differenza non si sente. Questa sera abbiamo invece assaggiato con soddisfazione la pastramalia, uno dei piatti nazionali macedoni: su una base di pane (tipo pasta da pizza) si dispongono fettine di carne e peperoni. Domani contiamo di buttarci su un altro piatto tradizionale, a base di fagioli, erbe e spezie. Le bambine non scordano mai di ordinare il pane (che qui va richiesto espressamente; abbiamo anche imparato come si dice in macedone: lep) che condiscono con olive, salsa di peperoni o quello che capita. Appoggiate dal Papà e con mio enorme disappunto, non scordano mai di ordinare neanche le patate fritte. Ma forse, lontano da casa, qualche licenza al cibo poco sano si deve pur concedere…

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