Kratovo (Macedonia)
Il pasto più problematico è sempre la colazione; la Grande e la Media apprezzano molto i sapori salati di prima mattina; tuttavia la nostalgia dei Pan di Stelle ciclicamente affiora, e a volte si rende necessario un minuto di coccole per superarla. A parte questo piccolo inconveniente, il rapporto della Famiglia in Cammino con la cucina macedone è ottimo. Non che ci sia mai stata una cucina che abbiamo disdegnato, ma viaggiando con i bambini qualche dubbio viene sempre. E invece. Al mattino, salvo rimpianti per i biscotti di casa, la Grande ama la pita, una specie di frittata con verdure da fare a pezzi e immergere nello yogurt liquido. Non disdegna salsicce, uova strapazzare, formaggio alla piastra. La Media ha deciso che il suo futuro sono le verdure: questa mattina ha mangiato due pomodori e due cetrioli con sale e olio. Ha aggiunto uova strapazzate, salsicce e the con latte. Le mie figlie evidentemente hanno lo stomaco di ferro. Il Papà mangia qualsiasi cosa in quantità abbondanti (evidentemente hanno preso da lui), mentre io continuo a subire il vituperio generale, dato che proprio non riesco a mangiare altro se non pane e marmellata. È un mio limite.
La cucina macedone non è troppo grassa o troppo fritta, ma siamo sconcertati dall’abbondanza delle porzioni. Noi, anche nei momenti di maggior fame, ordiniamo solo due piatti in quattro e ne abbiamo abbastanza. Non è la prima volta che amici occasionali cercano di farci prendere qualche porzione in più, o ci chiedono se ci sentiamo male, dato che per i loro standard noi mangiamo pochissimo. Ma il punto è che qui le dosi sono veramente enormi. I prezzi, invece, sono al limite del ridicolo: solitamente, per un pranzo o una cena, inclusi birra e caffè (l’espresso si trova piuttosto facilmente, con mio grande sollievo), non arriviamo a spendere 8 euro in quattro. Adoriamo le insalatone (che qui vengono servite come antipasti), e apprezziamo il pesce e la carne ai ferri. Una delle basi della cucina macedone è appunto la carne, generalmente di pollo o maiale. Mangiamo poi molti peperoni, tanti dei quali piccanti, e cipolle fatte in tutti i modi. Qui tra l’altro divorare cipolle non pregiudica la vita sociale, perché tanto le mangiano tutti e la differenza non si sente. Questa sera abbiamo invece assaggiato con soddisfazione la pastramalia, uno dei piatti nazionali macedoni: su una base di pane (tipo pasta da pizza) si dispongono fettine di carne e peperoni. Domani contiamo di buttarci su un altro piatto tradizionale, a base di fagioli, erbe e spezie. Le bambine non scordano mai di ordinare il pane (che qui va richiesto espressamente; abbiamo anche imparato come si dice in macedone: lep) che condiscono con olive, salsa di peperoni o quello che capita. Appoggiate dal Papà e con mio enorme disappunto, non scordano mai di ordinare neanche le patate fritte. Ma forse, lontano da casa, qualche licenza al cibo poco sano si deve pur concedere…
Certo che di deve.pap
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