mercoledì 24 agosto 2016

cose su questa città

martedì 23 agosto 2016
Belgrado (Serbia)
Belgrado odora di pop-corn. I chioschi che li vendono per strada sono talmente tanti che il profumo si diffonde in tutto il centro, suscitando l’interesse (e le pressanti richieste) della Grande e della Media. Io, comunque, non ho ceduto; passi per qualche strappo alle ferree regole di casa, ma i pop-corn sono concessi solo al cinema, dove andiamo mediamente due volte l’anno, e al tradizionale pigiama-party per il compleanno della Grande; punto e basta. 
Belgrado è grigia: probabilmente l’impressione è accentuata dal fatto che anche oggi la giornata è stata fredda e nuvolosa (a tratti piovosa), ma a noi pare che il grigio domini indipendentemente dal tempo: le strade, i palazzi, i grattacieli sono grigi. Anche il Danubio, su cui passiamo varie volte al giorno (per tornare al nostro albergo bisogna attraversarlo), non è azzurro ma è grigio. Tra parentesi, il Danubio è immenso. Cioè, proprio immenso. La Grande e la Piccola ne sono rimaste affascinate, tanto che adesso fantasticano su una crociera sul fiume. Oltre che sui pop-corn. 
Gli unici colori sgargianti che abbiamo visto sono quelli dei grandi pannelli sul corso principale, Knez Mihailova: decine di vignette satiriche, grandi, una dietro l’altra per centinaia di metri. Peccato che siano tutte soltanto in serbo, e quindi per noi totalmente incomprensibili. 
Belgrado è doppia: in periferia la gente rovista nei cassonetti alla ricerca di cibo; le persone rimangono sedute a terra insieme ai cani e qualcuno passa, su una moto vecchissima, a raccogliere cartoni di rivendere. La periferia è piena di negozi di vestiti di seconda mano; non si tratta di mania per il vintage; è proprio quel genere di “seconda mano” che compra chi non può permettersi un paio di pantaloni nuovi. I negozi del centro, invece, scintillano di grandi firme. Ci sono tanti bar modaioli e ristoranti dall’atmosfera sofisticata, con i tavoli al lume di candela. Noi, con tre bambini di cui uno da allattare, ci siamo tenuti ben lontani da tanto lusso; e abbiamo preferito, per due sere consecutive, una trattoria tipica e alla buona, con una deliziosa zuppa di manzo.
Belgrado è sorprendente; c’è un notevole fermento artistico (quadri, sculture, gioielli, ceramiche) e ci sono tantissimi musei. Noi ci siamo letteralmente innamorati di Nikola Tesla, il genio che ha inventato la corrente alternata, e siamo corsi a vedere l’esposizione a lui dedicata. Sorprendente anche il fatto che il museo sia visibile solo aggregandosi ad una visita guidata ed ascoltando una lunga conferenza. Il tutto era fuori dalla nostra portata, ma purtroppo ce ne siamo accorti solo dopo aver pagato il biglietto. L’unico esperimento a cui siamo riusciti a partecipare prevedeva una scarica elettrica luminosa (blu) e rumorosa, che ha spaventato il Piccolo, facendolo piangere forte. A quel punto, uscendo, abbiamo pensato di recuperare la delusione comprandoci un libretto su Tesla, ma (altra cosa sorprendete) non siamo riusciti a trovare nulla né in inglese né tantomeno in italiano. Abbiamo quindi ignominiosamente ripiegato su un magnete da frigo, da cui pensiamo di trarre grandi soddisfazioni. 
Belgrado è l’ultimo scampolo di viaggio: per questo la Famiglia in Cammino, da sempre ostile alla programmazione, ha deciso di fermarsi un giorno più del previsto. Oggi, nel maneggio annesso alla nostra pensione, la Grande e la Media hanno cavalcato due pony. Domani, nuvole permettendo, dovrebbero montare due cavalli. Oltre a giocare sulle carrozze, inseguire i pavoni e arrampicarsi, con sorrisi larghi, su scivoli improbabili. Per rientrare nella nostra vita c’è ancora tempo.

2 commenti:

  1. perché a fine del viaggio!pap

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  2. Alla fine del vostro meraviglioso e pazzo viaggio vi ringrazio per aver fatto viaggiare con i vostri racconti anche pigri come noi che ripieghiamo su vacanze in scatole di latta...Bentornati a casa amici

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