sabato 20 agosto 2016

merito loro

Skopje (Macedonia)
Viaggiare con i bambini è più facile. Uno potrebbe obiettare che abbiamo la macchina piena di seggiolini, sdraiette, pannolini (anche sporchi) e attrezzatura di ogni tipo. Che abbiamo bisogno di innumerevoli letti e il cambio delle mutande comporta un’intera lavatrice. Quisquilie. La verità è che i bambini aprono le porte. Oggi, verso l’ora di pranzo, siamo entrati in un ristorante. Prima che ci accorgessimo che era chiuso, la Grande e la Media si erano già buttate nell’annesso parco giochi. Il proprietario, che si trovava là per alcuni lavori di sistemazione, ci ha indicato un tavolo: Lasciate giocare le bambine - ha detto - nel frattempo potete sedervi ad aspettarle. Ci siamo accomodati con l’intento di fermarci un quarto d’ora, e dopo poco abbiamo visto arrivare un gigantesco piatto di frutta: melone, anguria, pesche e uva. Questo ve lo offriamo noi - ha sorriso il proprietario. Problema pranzo risolto; la frutta, anzi, era talmente buona che abbiamo voluto dare al Piccolo un cucchiaino di melone schiacciato, e lui non si è fatto pregare per ingoiarlo.
Questa mattina, in ostello, altra sorpresa: ci siamo svegliati e abbiamo trovato Stevce e Valja, i padroni di casa, che cucinavano al piano terra. La colazione non era compresa nel prezzo, ma hanno voluto offrirci formaggio, frittelle calde, the e caffè. Valja ha confezionato due babbucce azzurre per il Piccolo. La Grande e la Media hanno avuto in regalo patatine e dolcetti. È l’albergo più bello dove siamo stati - hanno detto le nostre ragazze. E pazienza se la stanza era semplice, se l’unico bagno era dall’altro lato dell’edificio, se le scale scricchiolavano. La Grande e la Media stanno imparando a cercare qualcosa di diverso dalle comodità, e di questo siamo orgogliosi. 
Abbiamo salutato Stevce e e Valja con abbracci e promesse di tornare, poi ci siamo diretti ad un sito preistorico: feriti nell’orgoglio (ieri non siamo riusciti a trovare l’osservatorio megalitico), volevamo a tutti i costi riscattarci. E ci siamo riusciti, in effetti: abbiamo visto la Stonehenge della Macedonia; è un’altura rocciosa dove, nel Neolitico, si osservavano le stelle e si celebravano riti sacri. Sono ben visibili alcuni sedili ricavati nella pietra, ma per il resto bisogna un po’ lavorare di immaginazione. Come spesso avviene in questi casi, la Famiglia in Cammino ha pareri discordanti: io e il Papà siamo strabiliati (il sito è veramente impressionante); la Media ha una visione un tantino diversa: Sono solo sassi - ha sentenziato con aria di superiorità - abbiamo perso il nostro tempo. In compenso, arrivando in serata a Skopje, rimane entusiasta della grande statua equestre di Alessandro Magno nella piazza principale: alta più di 30 metri, è circondata da spruzzi d’acqua e luci colorate. Mentre racconto la storia di Alessandro e del cavallo Bucefalo, impartendo come al solito una noiosa lezione, penso che questo monumento è un inno al pessimo gusto. La Media, invece, ha uno slancio lirico: Meravigliosa - dice con aria sognante - quando guardo gli spruzzi d’acqua, sento un’emozione nel cuore. Contenta lei…

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