domenica 21 agosto 2016

i disegni di un bambino

Skopje (Macedonia)
Durante il viaggio abbiamo sentito molti macedoni lamentarsi per gli enormi investimenti che il governo ha fatto su Skopje, lasciando indietro altre zone del Paese. Fra ieri e oggi abbiamo capito il senso di quei discorsi. Skopje è una città fuori di testa. Sarebbe curioso sapere quanti milioni sono stati spesi solo in statue di bronzo: quella di Alessandro Magno, di fronte alla quale la Media continua ad emozionarsi, è solo la più grande, ma ce ne sono decine di altre. C’è l’imperatore Giustiniano, ci sono i Santi Cirillo e Metodio, c’è una serie infinita di scrittori ed artisti macedoni, ovviamente sconosciuti ai più (sconosciuti a noi, se non altro). C’è perfino un gigantesco monumento alla maternità: anche in questo caso si tratta di una fontana enorme, con quattro statue di madri alte circa 15 metri. Sul fiume sono stati costruiti tre galeoni finti (ma a grandezza-galeone) che ospitano ristoranti e alberghi, e in generale si ha l’impressione che la città sia stata disegnata da un bambino (infatti la Grande e la Media sono estasiate). Rispetto alla parte nuova, a me e al Papà è sembrato molto più affascinante il vecchio bazar, che ha conservato un aspetto orientale e dove si susseguono decine di negozi, piccoli ristoranti, moschee e chiese. Il mescolarsi di elementi orientali e occidentali, in effetti, è proprio l’essenza del fascino dei Balcani.
Io e il Papà ci siamo fatti tentare da un narghilè aromatico al bar, ma poi abbiamo lasciato perdere per motivi di allattamento (il Piccolo mi deve un narghilè: sarò solerte nel ricordarglielo). Mi pento di non aver comprato un vecchio libro con ritratti di Tito, mentre il Papà ha voluto la foto antica di un’enorme famiglia in abiti tradizionali. Le bambine hanno rinunciato al loro regalino in cambio di una trasgressione inaudita: gelato al mattino e gelato al pomeriggio. Qui un cono piccolo costa l’equivalente di 20 centesimi e quindi possiamo permetterci di fare i signori, sapendo che fra poco saremo di nuovo in Italia. 
In mattinata abbiamo visitato anche il memorial di Madre Teresa, che era nata a Skopje nel 1910, proprio a fine agosto. Non è la sua casa (che è andata distrutta nel terremoto del 1963), ma un edificio nuovo che sorge al posto della chiesa in cui era stata battezzata. L’edificio ha un’architettura pazzesca, del tutto asimmetrica e con enormi pareti in vetro, il cui intento è lasciar passare la luce. Il memorial espone foto d’epoca, lettere, un velo del sari bianco di Madre Teresa. Speravo in un maggior numero di pannelli esplicativi, anche perché noi non ne sappiamo quasi nulla. In compenso la Grande è piuttosto coinvolta ed emozionata. Evito un paio di domande scomodissime (tra cui l’insidiosa “che cos’è un miracolo?”) e, tanto per cambiare discorso, comincio a discutere con il Papà per stabilire tempi e modalità di rientro. Domani lasciamo a malincuore la Macedonia e ci dirigiamo verso Nord, avvicinandoci a casa.   

1 commento: