domenica 9 agosto 2020

i nostri nomi sulla pietra

TAPPA 43 - Da Montefiascone a Viterbo 18 km Per fare un tavolo ci vuole il legno, cantavo da bambina (e a volte canto ancora, sui sentieri del Cammino con il Piccolo). Per fare un monumento, invece, ci vogliono le pietre. Sulle pietre ci saranno le firme. E la nostra l’abbiamo messa oggi, coinvolti dall’Associazione Via Francigena in Tuscia Viterbo. Siamo entrati in una piccola bottega artigiana, a due passi dal palazzo dei Papi. Abbiamo scritto i nostri nomi con un pennello finissimo, sui mattoni destinati alla cottura. La Grande è stata la più precisa. Il Piccolo è stato ben contento di delegare le sorelle (ha avuto un momento di panico quando ha pensato che anche lui avrebbe dovuto scrivere). Il Papà ha scattato le foto, e il suo nome l'ho scritto io, con emozione un filo maggiore di quando scrivevo il mio. L'Associazione, nata due anni fa, valorizza il tratto della Via Francigena dai confini con il Lazio fino a Roma. Tra i progetti che promuove c’è anche “Il tuo passo è già storia” per la collocazione di un monumento con tanti nomi pellegrini in ingresso a Viterbo, luogo storico di accoglienza. Noi, purtroppo, ci arriviamo molto tardi. Facciamo appena in tempo a fissare i nostri nomi sulla pietra e dare uno sguardo al quartiere medievale, integro ed emozionante. La tappa da Montefiascone non era né lunga né difficile. Noi, però, ci siamo fermati alle terme del Bagnaccio, pochi chilometri prima dell’arrivo. Il parco termale, con tante vasche a temperature diverse, è a donativo per i pellegrini. Ci fermiamo circa due ore, bagnandoci nelle pozze bianche, frequentando il bar e godendoci le zone d’ombra. Tutto perfetto, salvo che ripartire non è per niente facile: il relax in acqua azzera l’adrenalina. Quindi usciamo del Bagnaccio con la vivacità di cinque amebe. Dobbiamo ancora percorrere 7 chilometri e oggi fa davvero caldo. Il Papà a tratti patisce, chiede continuamente soste, ma in qualche modo riusciamo a trascinarci fino alla meta. Prima ancora del Bagnaccio, l’altra meraviglia di oggi (una meraviglia davvero) è stata il basolato romano: un tratto dell’antica Via Cassia con pavimentazione originale ancora visibile, a tratti molto ben conservata. L’unica difficoltà è stata passare col passeggino su qualche punto in cui le pietre si sono nei secoli spostate. Ma nulla che ci impedisse di emozionarci di fronte ad un tratto di strada che ha più di duemila anni. Tutto procede, con la speranza di vedere Roma nei prossimi giorni. Nel frattempo proseguiamo con le riparazioni del passeggino. Nei giorni scorsi avevamo avuto ruote che rotolavano via e forcelle anteriori che si staccavano. Ora siamo tornati ad un grande classico: la gomma bucata, ovviamente di domenica. I meccanici sono tutti chiusi, ma abbiamo i pezzi di ricambio e possiamo faticosamente arrangiarci. Chiudo col diario a vado a dare una mano al Papà.

3 commenti:

  1. Ormai,per voi,cambiare gomme è diventata routine,quasi un...secondo lavoro.Bravi,bravissimi,avanti così!Mam.

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  2. Condivido l'emozione che si prova a percorrere strade che hanno secoli di storia .A calpestare lo stesso pavimento che hanno calpestato i personaggi illustri della storia e rendermi conto di quanto tempo sia passato e dire ci sono anch'io !!!! Leonessa sempre attiva

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