sabato 1 agosto 2020

stesso giorno stessa ora

TAPPA 35 - Da Abbadia Isola a Siena 22 km 
Certo che il tempismo è il nostro mestiere. Manchiamo da Siena da un anno. Saremmo dovuti arrivare a ora di pranzo, ma poi abbiamo tardato. Quindi siamo faticosamente saliti al centro storico nello stesso giorno, alla stessa ora, dalla stessa strada di una gara ciclistica importante, le Strade Bianche. Il centro è praticamente tutto transennato. I senesi stessi non riescono a spostarsi, figuriamoci noi che non sappiamo neanche bene dove si trovi il nostro alloggio. Le ragazze volevano andare al Museo della Tortura, il Piccolo aveva la più sobria aspirazione ad un gelato. Tutto annullato causa gara ciclistica. Non riusciamo a fare la doccia, non possiamo depositare i bagagli. Dobbiamo solo cercare un angolino all’ombra e aspettare che tutti i concorrenti taglino il traguardo. È davvero il giorno peggiore per essere a Siena. Oltretutto, e con tutto il rispetto, il ciclismo non ci interessa. Anzi, da settimane i miei incubi hanno la forma delle ruote del passeggino: sono terrorizzata da qualsiasi oggetto dotato di ruote, freni e camere d’aria. Lascio immaginare il mio personale disagio mentre gestisco la delusione della prole tutta, che cerco di consolare - senza troppo successo - con distribuzione di bibite fredde comprate ad un euro nella bancarella di fronte. Alla fine, di fronte alle lattine vuote, sono tormentata anche dalla mia coscienza ecologica (siamo abbastanza fiscali sull’uso delle borracce), ma nel frattempo si sono aperte alcune transenne. Riusciamo a scattare la foto di rito davanti al Duomo, Piazza del Campo purtroppo la vediamo solo da lontano e arriviamo all’appartamento: raggiungerlo è stato più faticoso che percorrere la tappa. A Siena le accoglienze pellegrine sono entrambe chiuse per lockdown, e quindi abbiamo puntato su un bilocale. Abbiamo intenzione di preparare una cena salva-budget, e a questo punto mi gioco l’asso: verificate le condizioni della cucina (mai promettere senza certezze!) annuncio ai bambini che la sera avranno pane con l’olio e bastoncini di merluzzo. Riesco brillantemente in un doppio intento: mettere in tavola un pasto a fatica zero e risollevare il morale della truppa. Bisogna solo stare attenti a mantenere il segreto con la pediatra. Ma mi consolo pensando che abbiamo mangiato ottimamente a pranzo: siamo stati ospiti di Angela e Marcello, proprio a metà della tappa. È una piccola accoglienza nata intorno a quella che, anni or sono, era l’unica fontana di questo tratto, e dava ai pellegrini soccorso in giornate torride come questa. Da qui, pochi giorni fa, è passato anche Romeo, un bambino di dieci anni che percorre la Via Francigena al contrario, insieme al padre, per andare a trovare la nonna in Inghilterra. Decisamente sul Cammino le storie affascinanti non mancano. 
Alla fine, dopo mirabolanti peripezie, riusciamo a farci la doccia e usciamo di nuovo in cerca di un supermercato. Intorno a noi, la città continua a sciamare in una confusione totale. Transenne ovunque, traffico (perfino quello pedonale) in tilt. Ma Siena è così bella che le si perdona tutto. 

2 commenti:

  1. Si è bella lo so, ma niente può eguagliare il bello della vostra capacità di risolvere e trasformare il negativo in positivo

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  2. Siete TROOOOPPO in gamba ,unici e fortissimi.Mam

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