martedì 4 agosto 2020

ode alla tazza

TAPPA 38 - Da San Quirico d’Orcia a Gallina 17 km 
Il nostro Cammino ha avuto una svolta. Ci siamo lanciati nell’acquisto più clamoroso, l’oggetto più coraggioso, l’invenzione più geniale. Abbiamo comprato una tazza. Ma non una tazza qualsiasi: la nostra è di latta, con un bel manico. La attacchiamo col moschettone al passeggino, in modo da averla sempre pronta per bere alle fontane lungo il percorso. Sarà pure un disagio tutto mio personale, ma sento meno gusto se bevo da una bottiglia o da una borraccia. L’acqua nel bicchiere dà tutto un altro godimento. Se poi si tiene presente che la tazza è leggerissima e ha il logo della Via Francigena, si potrà ben capire la gioia della Famiglia intera, tranne forse il Papà, che si allontana con aria di superiorità di fronte ai nostri gridolini soddisfatti quando ci passiamo la tazza e ci dissetiamo con gaiezza. 
Siamo ancora in Val d’Orcia; andiamo verso Radicofani, sulla tappa più bella e più difficile della Francigena. 34 chilometri, novecento metri di dislivello, nove chilometri di salita continua fino alla rocca in cima a una collina. Radicofani è in posizione dominante su tutta la valle - infatti è bella alta - e i paesaggi, mentre ci si avvicina, sono pazzeschi. I bambini continuano a dire che le onde gialle delle colline assomigliano a quelle del mare, ed è un’immagine efficace. Un mare giallo, solcato da stradine bianche con filari di cipressi. La Toscana che uno si immagina non è soltanto qualcosa che si immagina. Esiste davvero. Noi però siamo consapevoli dei nostri limiti, e oggi abbiamo spezzato la tappa. Dormiamo a Gallina, che si trova esattamente a metà, ed è l’unico luogo in cui si possa dormire sulla Francigena in questo tratto. Lo hanno capito benissimo anche i proprietari delle nostre stanze in affitto, perché il prezzo è molto alto; ma la sistemazione è carina. Domani partiamo presto, raggiungiamo Radicofani, la visitiamo a scendiamo a Ponte a Rigo. Stiamo ormai arrivando verso il Lazio. Oggi quindi abbiamo percorso solo metà tappa, godendoci tutta la bellezza senza che la difficoltà diventasse eccessiva. Questo ci ha dato, fra l’altro, la possibilità di una lunga sosta a Bagno Vignoni. Il borgo è uno dei più famosi della Francigena, raccolto com’è intorno alla piazza-piscina che anticamente serviva ai pellegrini per lavarsi. Adesso entrarci è proibito (si tratta di un gioiello troppo delicato, ma non è stato facile spiegarlo al Piccolo); si può bagnarsi, però, alle terme poco distanti. L’acqua arriva calda dalla sorgente in cima al poggio, poi scende di vasca in vasca fino a raccogliersi in grandi piscine naturali. I bambini sono letteralmente impazziti di gioia. Ci siamo rimasti due ore. La Grande e la Media facevano su e giù fra cascatelle e pozze cercando di seminare il fratellino, che le seguiva arrancando. In alcune (rare) occasioni la via del terzogenito è dura. A Gallina siamo arrivati nel tardo pomeriggio, appena in tempo per schivare il temporale. Domani si riprende verso Radicofani. Intrepidi, fiduciosi e armati di una magnifica tazza. 

3 commenti:

  1. è apprezzare e godere delle piccole cose che rende grandi

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  2. Sguazzate ogni volta che potete,e'bellissimo ,e poi..
    Adesso si può.Mam

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  3. Masochisti in allegria? Quanti modi diversi di vedere la vita!!! Buona continuazione . Leonessa sempre attiva

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