sabato 21 luglio 2018

il bucato in macchina

Gergeti-Kazbegi
Ora io non capisco perché, ma le mutande da far asciugare sono il nostro marchio: abbiamo cominciato anni fa, sul Cammino di Santiago, appendendo ai passeggini quello che rimaneva umido dopo il lavaggio della sera prima. Da allora non siamo mai riusciti a liberarci del problema. E anche se al mattino riesco ad ottenere una buona approssimazione della valigia perfetta, in giornata succede sempre qualcosa di umido a scombinare i miei piani. Anche oggi siamo faticosamente arrivati al nuovo alloggio (l’appartamento di una famiglia di cui abbiamo affittato una stanza) con le mutande ad asciugare sui poggiatesta dell’auto. 
Questa mattina presto abbiamo ritirato la macchina a noleggio: una Mitsubisci piuttosto spartana ma con quattro ruote motrici, marce ridotte e blocco dei differenziali. Qualsiasi cosa voglia dire tutto questo, speriamo di essere in condizione di affrontare le strade della Georgia. Siamo partiti subito verso nord, diretti alle montagne. Ci siamo fermati ad Ananuri, un complesso architettonico-fortezza del XIII secolo che sorge sul fiume Aragvi. Più avanti, poco prima di Pasanauri, dove la strada costeggia per lunghi tratti il corso d’acqua, abbiamo incrociato vistosi cartelli con foto di canotti. Ovviamente fermarci a fare rafting tra le rapide non era nei programmi (e a dirla tutta non ero affatto entusiasta di lanciare le mie ragazze tra le onde); ho aperto la bocca con l’intenzione di sedare proteste e richieste; invece, senza nemmeno sapere come, ho accordato alla Grande e alla Media il permesso per un percorso di rafting insieme al Papà. Io sono rimasta a riva col Piccolo, a sgranocchiare noccioline e a fare amicizia con un cavallo che pascolava in solitudine (e che probabilmente sarebbe stato contento di rimanere solo…). La Grande e la Media sono tornate entusiaste, e ovviamente - letteralmente bagnate fino alle mutande. Da cui la necessità di stendere il bucato in macchina. 
Nel tardo pomeriggio arriviamo finalmente al villaggio di Gergeti, a 1800 metri di altezza. La temperatura è ben diversa rispetto a Tbilisi, l’asfalto non esiste e mucche e maiali camminano liberi tra le case. Il Papà mi appoggia la sua giacca sulle spalle, come la primissima sera che siamo usciti insieme. 

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