mercoledì 18 luglio 2018

il volo peggiore

Tbilisi
Ho sempre pensato che per i bambini sia solo una questione di centimetri; non importa la lingua, meno ancora il luogo o la situazione: quel che basta è trovarsi più o meno alla stessa altezza. Nella zona internazionale dell’aeroporto di Tbilisi, mentre le forze dell’ordine timbrano i pochi passaporti in entrata, al Piccolo sono sufficienti i due minuti della coda per socializzare con una bambina mai vista, la quale balbettava poche parole in una lingua non meglio identificata. Ma le parole sono appunto un accessorio: alla porta scorrevole, mentre entriamo ufficialmente in Georgia, loro si presentano tenendosi per mano. L’espressione del Piccolo è trionfante, anche perché la sua nuova amica, che in un momento si dilegua insieme ai genitori, gli regala uno scintillante tubetto di bolle di sapone con logo di Barbie. Raggiungiamo il taxi in una scia di bolle colorate e mi lascio andare sul sedile a ricomporre i miei nervi: la Famiglia in Cammino ha appena vissuto il peggior volo della propria vita. Scendendo verso la pista ci siamo trovati in una zona di forti turbolenze, con relativo terribile effetto ottovolante; a tratti è sembrato addirittura che l’aereo fosse trascinato verso il basso. Se l’è vista brutta il Piccolo, che soffre un po’ di nausee e che aveva appena spazzolato l’abbondante vassoio con il pranzo; lui ha trascorso gli ultimi minuti urlando con quanto fiato aveva: Devo vomitare! (cosa che peraltro non ha fatto, a differenza di altri passeggeri). Io e il Papà ci guardavamo con espressione atterrita, e il sorriso tirato di chi non può permettersi crisi isteriche, per evitare prevedibili effetti sulla numerosa figliolanza. La Grande, peraltro, deve essersi accorta che qualcosa non andava, perché ha iniziato a bombardarmi con amene congetture (Stiamo per cadere? L’aereo precipita su Tbilisi? Non sopravvive nessuno?). Congetture alle quali ho prontamente risposto con un rassicurante Ma no amore, tutto sotto controllo in tono adeguatamente distaccato, mentre le nocche mi diventavano bianche per quanto stringevo il bracciolo. Lungi dal partecipare al panico generale, la Media alzava le braccia accompagnando il gesto con grida soddisfatte, nemmeno fosse stata sulle montagne russe al parco giochi. Lei ovviamente, non si è nemmeno accorta delle vecchiette georgiane che sgranavano il rosario; ha partecipato con entusiasmo, tuttavia, al liberatorio applauso generale una volta atterrati. Così, tanto per non perdere l’occasione di far baccano.
Siamo in Georgia. 

3 commenti:

  1. Finalmente, vi stavo aspettando!

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  2. Proprio per non farvi mancare nulla voi..inizio col botto..buon viaggio amici ...ps @piccolo io avevo investito su di te per la rossa..non puoi farti ammaliare da un tubetto di bolle di Barbie ti prego

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  3. uao, una vera turbolenza!!! pap

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