sabato 28 luglio 2018

il principe sul cavallo bianco

Becho
Mi sono sempre rivolta anche alla Grande e alla Media chiamando ognuna di loro "principessa". Il Piccolo, tuttavia, è stato il primo ad interiorizzare la condizione di "principe". Io sono una primogenita, e come tale mi sento responsabile di chiunque si trovi nel raggio di un chilometro, ho la mania del controllo e non mi aspetto niente da nessuno. Ma se rinasco vorrei rinascere terzogenita, per poter essere testarda, coccolata e sicura del mio sangue blu; a lui capita perfino di esternare la sua regale condizione quando qualcuno gli chiede come si chiama: La mamma - ha risposto più di una volta - mi chiama Principe...
Immagino sia questo il motivo per cui oggi ha riconosciuto come proprio il cavallo bianco, simile a quelli che si vedono nelle illustrazioni delle fiabe. Ed è voluto salire in groppa a quello per qualche tratto di passeggiata. Per inciso, so benissimo che un bambino di due anni non dovrebbe andare a cavallo. A mia discolpa, però, posso dire che il Papà gli è rimasto accanto tutto il tempo, che le foto sono venute benissimo e che... la gioia era troppa per dirgli di no.
Alloggiamo in una pensione in famiglia. Una grande casa che ospita un numero indefinibile di bambini (e di generazioni diverse, ma non abbiamo ben capito i rapporti reciproci) e poi gatti, cani, mucche e galline. Attraverso i proprietari abbiamo organizzato un'escursione a cavallo sui sentieri della zona. Siamo riusciti a capirci sul numero delle cavalcature: ne volevamo due. Un baio femmina che ha cavalcato la Grande e il maschio bianco che ha scelto la Media, cedendolo per qualche tratto al Piccolo. A questi si è aggiunto un puledro, figlio della giumenta, che è venuto con noi solo per sgambettare (e per ciucciare ogni tanto un po' di latte dalla madre). Purtroppo non ci siamo intesi sulla durata dell'escursione: mentre noi pensavamo ad un giretto di un'ora o poco più, i padroni di casa (e la guida, che è rimasta con noi tutto il tempo, ma parlava solo georgiano) hanno capito che saremmo voluti rimanere fuori tutto il giorno. Quindi ci siamo trovati ben distanti da casa, sotto il sole cocente, con pochissima acqua, niente cibo e il Piccolo nello zaino da troppo tempo, con conseguenti scatti nervosi: purtroppo il principe non ama essere trasportato a spalla. Alla mancanza d'acqua siamo fortunatamente riusciti a porre rimedio bevendo dal torrente (ho preferito non farmi domande), mentre la fame ce la siamo tenuta. In compenso abbiamo goduto di uno spettacolo grandioso. Circa sei ore a piedi coi cavalli in mezzo alle montagne del Caucaso. E io non so se sia una questione psicologica, ma il Caucaso ci appare veramente grandioso, veramente imponente, maestoso e pauroso. In questo scenario, oggi solo nostro (non abbiamo incontrato nessun altro escursionista) oggi c'erano due principesse amazzoni e un principe sul suo cavallo bianco. Abbiamo guadato torrenti, attraversato ponti, siamo passati su sentieri esposti e panoramici. La fame e la sete non le abbiamo (quasi) sentite.

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