giovedì 26 luglio 2018

le grotte di prometeo

Kutaisi
Il Piccolo ha notoriamente una sensibilità tutta sua: per lui il momento migliore è stato il ritorno al parcheggio, quando l'autista del bus-navetta gli ha permesso di sedersi vicino al posto di guida. L'esperienza è durata in totale due minuti, ma ha scatenato pericolose conseguenze a lungo termine. Per evidente associazione di idee, nel corso delle successive due ore il Piccolo non ha fatto altro che parlare del suo sogno: guidare il camion della nettezza urbana. Mamma - diceva estatico - quando divento grande mi compri un camion tutto per me? Un camion delle immondizie? Così raccolgo le immondizie col camion e le porto via? Mamma? Mamma? Quando divento grande mi compri un camion?
Ha smesso solo di fronte al piatto di pasta al pomodoro preparato dal Papà in omaggio ai suoi desideri (l'ostello dove dormiamo ha la cucina in comune e quindi abbiamo potuto preparare la cena). Per la cronaca, la Grande, la Media e il Piccolo hanno mangiato più di cento grammi a testa di penne. Un vero omaggio alla cucina italica.
A differenza dell'aspirante autista di camion, i quattro quinti della famiglia erano incantati per ciò che avevano visto prima del bus-navetta: oggi siamo scesi nelle cosiddette Grotte di Prometeo, una meraviglia naturale. Sono state scoperte negli anni Ottanta, poiché le autorità sovietiche cercavano rifugi antiaerei sotterranei. Sono poi rimaste chiuse per mancanza di fondi, quindi riaperte da una decina d'anni, con un percorso curatissimo che si snoda per un chilometro e mezzo sottoterra. Le grotte sono un tripudio di stalattiti, stalagmiti, formazioni rocciose di tutte le forme, laghi sotterranei. Per completare il percorso occorre più di un'ora, e alcuni passaggi sono letteralmente mozzafiato, con sedici diverse camere, alcune delle quali di dimensioni spaventose. La stanza più grande è quella che dà il nome alle grotte ed è dedicata alla figura di Prometeo, che secondo le leggende locali fu incatenato qui. È già la seconda volta in pochi giorni che passiamo da un luogo in cui si dice che fu punito Prometeo, figura che personalmente amo molto. Approfitto per raccontare di nuovo la leggenda del fuoco rubato per gli uomini e della sfida agli dei. Ormai le ragazze conoscono il mito meglio di me, ma raccontarcelo in questo scenario surreale ha qualcosa di magico. Altre grandi camere sono legate a Medea e al mito degli Argonauti in cerca del vello d'oro. Questa zona, anticamente nota come Colchide e considerata terra favolosamente ricca, era la patria di Eete, il re che possedeva il mitico vello d'oro, di cui la spedizione di Giasone voleva impossessarsi. Gli Argonauti furono aiutati da Medea, figlia di Eeta e dunque principessa della Colchide. Faccio cenno anche al mito di Medea, ma oggi è la roccia a dare spettacolo, con la Media che allunga le mani per toccare le formazioni calcaree e la Grande che continua a chiedermi di fotografare: vorrebbe stampare delle immagini per i suoi compagni di classe, visto che quest'anno l'insegnante di scienze ha trattato l'argomento delle stalattiti e delle stalagmiti. Usciamo dalle grotte pieni di stupore. Parliamo dei laghi e dei fiumi sotterranei, ricordiamo le forme incredibili assunte da alcune rocce.
Poi il Papà scola la pasta e cala il silenzio.

3 commenti:

  1. quando la pancia chiama il resto è nulla! pap

    RispondiElimina
  2. Sarebbe bello se potesse caricare qualche foto dei luoghi visitati. Sono estremamente incuriosita dalle vostre narrazioni.
    Buon viaggio splendida famiglia!

    RispondiElimina
  3. Ciao e grazie del saluto! Abbiamo un profilo Instagram dove carichiamo una foto al giorno: agata_march

    RispondiElimina