sabato 20 luglio 2019

animali nel deserto

Jerash
Il Piccolo si ostina a salutarle con ciao, pecorelle! oltre a  grandi gesti delle braccia. In realtà, quelle che vediamo sono orici d’Arabia, con lunghe corna e manto bianco. Ci troviamo nella riserva naturale di Shaumari, in cui questa specie viene reintrodotta dopo il pericolo di estinzione, per la caccia sconsiderata. La riserva ha una superficie di circa 20 chilometri quadrati ed è in zona semi-desertica; si può visitare soltanto noleggiando un fuoristrada autorizzato del parco, con autista; non ci sono strade e bisogna seguire solo alcuni percorsi, per non spaventare gli animali. Nella zona sono presenti anche lupi selvatici e, fino a tre anni fa, iene (come la mamma quando si arrabbia! interviene sempre il Piccolo, a rischio di essere incenerito dal mio sguardo - sguardo da iena), ma i carnivori escono solo la notte. Invece, abbiamo la fortuna di avvistare anche le altre specie che vengono reintrodotte gradualmente nella riserva: la gazzella dorcade, l’ubara (un uccello del deserto che ha rischiato l’estinzione perché veniva usato per alimentare i falchi da caccia - la falconeria adesso è illegale in Giordania, ma ancora piuttosto diffusa) e anche l’onagro persiano, un asino selvatico estremamente schivo: è un vero colpo di fortuna avvistarne un branco che fugge spaventato al nostro arrivo. 
Oggi non ci sono altri visitatori oltre a noi, e quindi ci godiamo il giro in fuoristrada (un’auto alta, scoperta, che fa impazzire di gioia i bambini); la guida non ha nessuna fretta, risponde a tutte le nostre domande e ci fa perfino assaggiare le erbe del deserto di cui si nutrono le orici: pare che siano commestibili anche per l’uomo. Almeno lo spero, visto che la Grande, la Media e il Piccolo hanno trangugiato con trasporto una decina di queste foglie raccolte direttamente da terra; una delle piante, peraltro, ha un curioso sapore salato, tanto che si usa come condimento. 
Poco lontano c’è anche la riserva delle paludi di Azraq, che abbiamo visitato ieri sera; incredibile a dirsi, in quest’immensa distesa di sabbia e sassi sorge anche una delle oasi più grandi della Giordania: su quattro bicchieri d’acqua che si bevono ad Amman, uno proviene da Azraq. La palude, che si visita a piedi su apposite passerelle, ospita numerosi animali; purtroppo non riusciamo ad avvistare i bufali d’acqua, ma vediamo qualche airone, molti pesci, un grande granchio e alcune bisce d’acqua, che suscitano lo stupore dei bambini, anche perché le passerelle si trovano pochi centimetri sopra l superficie e quindi si ha l’impressione di poter toccare gli animali; cosa che ovviamente il Piccolo tenta più volte di fare, e io suscito il suo disappunto quando lo afferro per la maglietta evitandogli un bagno nel fango: 
- Ma io volevo prendere il serpenteeeeee!!! protesta lui a gran voce
- Amore, il serpente deve andare dalla sua mamma, e tu farai meglio ad ascoltare la tua…
- Mamma, ma perché il serpente aveva il pancino grosso?
- Probabilmente aveva mangiato un topolino…
Faccio di nuovo per tirarlo, mi sono innervosita e ho paura che si butti in acqua. Si blocca e mi dice: - Mamma, oggi è il giorno più bello della mia vita.

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