giovedì 25 luglio 2019

ovunque festa

Madaba
Mio nonno, da cui il Piccolo prende il nome, era per la sicura attribuzione dei giocattoli in base al sesso; disapprovava le mie gare di trottole coi bambini del cortile, e mai avrebbe regalato una bambola a mio fratello. Ci ho pensato oggi, quando la nostra ricerca di un giocattolo per il Piccolo si è conclusa con la versione giordana delle protagoniste di Frozen: due bambole di Elsa e Anna con i costumi tradizionali giordani, ovviamente vestite dalla testa ai piedi e con tanto di velo. Grande soddisfazione di tutta la Famiglia in cammino. D’altra parte, e per compensare lo sciagurato poco virile acquisto, abbiamo aggiunto poco dopo un’automobile bianca, che emette un suoni di sirena spaccatimpani, ma di questo mi sono accorta dopo. Il titolare del negozio di giocattoli la pensa evidentemente come mio nonno: quando gli ho detto che avrei fatto un acquisto per il Piccolo, sperando in una busta di animali, sono stata immediatamente condotta al solito reparto “mitragliatori automatici e fucili di precisione”. Il Piccolo, per fortuna, è stato attratto dal modellino di auto della Polizia. È strano a dirsi, ma subisce il fascino dei mezzi delle forze dell’ordine; uno potrebbe dire che è un amante delle regole, se l’evidenza sperimentale non dimostrasse esattamente il contrario. Mi interrogherò con calma su questo problema. Intanto ho messo a tacere la coscienza (il Piccolo possiede ora due bamboline e una macchinina, il che per un viaggio è una dotazione di tutto rispetto) e sono anche sollevata rispetto alla questione del cibo: finalmente anche il minore della famiglia si è lasciato andare. Ha optato per la sopravvivenza e quindi si adatta a mangiare quel che trova, in quantità paragonabili a quelle che assume a casa: credo che alla nostra pensione si siano pentiti dello sconto sui suoi pasti, poiché oggi a colazione ha divorato quattro fette di torta, prima che io lo bloccassi preoccupandomi per la sua glicemia. Non che abbia dimenticato la pasta: a cena, in un ristorante ricavato dai sotterranei a fianco alla chiesa di San Giovanni Battista, si è rimpinzato con i peggiori spaghetti al ragù della storia. Io e il Papà siamo riusciti a non inorridire e a condividere un ottimo hummus, che qui si mangia anche a colazione: stiamo assumendo più ceci in questi giorni di quanto non avvenga in tutto il resto dell’anno. 
Dedichiamo la giornata a visitare Madaba, che oggi è tutta in festa: è periodo di matrimoni, sia per i musulmani sia per i cristiani (c’è una grossa comunità ortodossa, e infatti accanto ai minareti svettano numerose croci), e ovviamente nel mondo arabo non esiste sposalizio senza un magnifico gigantesco chiasso, a prescindere dalla religione. Non solo: oggi sono usciti i risultati degli esami di Stato; alcune facoltà, come ad esempio Medicina, sono riservate a chi ha ottenuto un punteggio molto alto; per questo abbiamo visto fuochi d’artificio fin dalla mattinata: qualcuno festeggiava, sotto il sole alto, l’accesso ai sogni del proprio figlio. Quindi, fra matrimoni e diplomi, oggi Madaba era in subbuglio: musica, feste, botti ovunque. Fino a poco tempo fa - ci spiegava il custode di una chiesa - la consuetudine preferita era quella di sparare in aria con armi da fuoco. Ma poi qualcuno ci ha lasciato la pelle, e quindi le pistole sono state bandite. 
Di ritorno dal ristorante ci imbattiamo in una festa privata, con musica araba a volume altissimo: non sappiamo cosa si festeggi, ma io e il Piccolo iniziamo a girare vorticosamente sul terreno impolverato: fra le altre cose, ha ereditato la mia passione per il ballo. 

2 commenti:

  1. il piccolo vi fa divertire tutti. pap

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  2. più civili che da noi:a Capodanno ,si spara ancora con le...PISTOLE!!!!Mam

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