mercoledì 29 luglio 2015

abiti da festa per elefanti

Kataragama
All’ingresso dell’enorme zona sacra di Kataragama i venditori ambulanti propongono grandi teli di plastica. Non abbiamo mai visto niente del genere (non venduto per strada, almeno) e solo dopo qualche minuto ne capiamo l’utilità: migliaia di persone questa notte dormiranno per terra, nelle vicinanze del tempio. Ci sono soprattutto famiglie allargate, con anziani e bambini piccoli. Hanno portato perfino l’occorrente per cucinare; quindi, nel tardo pomeriggio, il recinto sacro è una distesa di gente che accende fornelletti, che chiacchiera, che rincorre i bambini. Una distesa. Vicino al tempio c’è anche un corso d’acqua, dove centinaia di persone si stanno lavando. Hanno diligentemente portato bagnoschiuma e shampoo. Insaponano se stessi, i vestiti, i bambini. In Sri Lanka lo spettacolo di famiglie intere che si lavano nei fiumi, anche in città, è piuttosto frequente. Ma qui parliamo di centinaia e centinaia di persone che sguazzano fra i mulinelli e la schiuma. Secondo la tradizione questo è il lavacro purificatore che il fedele affronta prima di recasi al tempio, di solito portando offerte di frutta. In questi giorni si celebra il festival di Kataragama, una divinità riconosciuta dagli induisti e dai buddisti. Ma la città è sacra anche per i musulmani e per i cristiani. Una specie di Santiago in versione locale, e infatti anche qui arrivano pellegrinaggi a piedi da tutta l’isola. Il più faticoso parte addirittura da Jaffna, che si trova nell’estremo nord. Come avviene per il Cammino di Santiago, anche qui ci sono numerosi ostelli dove i pellegrini possono trovare un letto. Ma tanti di loro preferiscono equipaggiarsi con coperte e quindi dormire all’aperto. Il festival, che dura circa un mese, prevede quotidianamente una serie di riti che culminano con la processione serale: centinaia e centinaia di suonatori, ballerini e acrobati, oltre ad una ventina di elefanti bardati, che si muovono su un percorso circolare per circa tre ore. Con un po’ di fortuna riusciamo a conquistare quattro posti a sedere in prima fila poco prima che cominci la parata. Alla Grande piacciono i danzatori travestiti da pavoni, che imitano i movimenti del collo dell’uccello, simbolo di buona fortuna. Qui in Sri Lanka, oltretutto, è molto facile vedere pavoni liberi, che scorrazzano nelle vicinanze delle strade. Ne abbiamo incontrati decine, ma ogni volta è una sorpresa. La Piccola guarda incantata gli acrobati del fuoco, che fanno danzare giganteschi cerchi di fiamme sopra le loro e le nostre teste. Tutte e due si divertono a riconoscere, sotto la bardatura da parata (Non sapevo che esistessero vestiti per elefanti - ripete la Piccola), gli animali che hanno incontrato nel pomeriggio. Li hanno  visti in una strada vicina al tempio, sempre all’interno della zona sacra, mentre aspettavano il momento di andare in scena. La Grande e la Piccola hanno accarezzato il cucciolo (che più tardi ha aperto la processione) e hanno dato da mangiare ad un esemplare enorme, con una zanna soltanto, ricevendone in cambio ruvide carezze di proboscide. Pare, tra l’altro, che dar da mangiare agli elefanti porti fortuna (nella simbologia buddista l’elefante rappresenta la nascita). 
La processione finisce alle 23. Intorno alle zona sacra, dove adesso centinaia di famiglie stanno dormendo una accanto all’altra, rimane anche di notte un’enorme fiera con bancarelle di tutti i generi. La Piccola riesce a farsi regalare un palloncino e ora dorme abbracciata ad un pacchianissimo squalo rosa. Domani portarlo in tuk tuk sarà uno spasso. 

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