domenica 19 luglio 2015

la grande paura

Trincomalee
La Piccola ieri ha avuto la febbre. Intorno all’ora di pranzo le si sono arrossate le guance, e all’improvviso il termometro ha segnato 38,5. Lei era abbattuta e stanca, cosa che non le capita mai, e ha passato quasi tutto il pomeriggio a dormire. Ha dormito in camera d’albergo. Ha dormito nel breve tragitto in tuk tuk fino a Nilaveli, e ha dormito sulla strada del ritorno. In compenso è stata sveglia quasi tutta la notte, e con lei siamo stati svegli anche noi. Agitati a pensare di cosa potesse trattarsi. A fare i conti dell’incubazione dell’odiosa dengue, perché in effetti qualche giorno fa la Piccola mi aveva mostrato un segno rosso sulla manina. Non sembrava una puntura di zanzara, ma... vai a sapere. Siamo stati svegli a misurarle la temperatura ogni tanto, per vedere se era il caso di darle la Tachipirina. Che poi in quei momenti non so mai cosa sperare: sperare che la febbre non sia troppo alta, che è meglio. Sperare che arrivi a 39, per poterle dare una pastiglia e avere l’illusione di fare qualcosa. Invidio davvero le madri che gestiscono serenamente la malattia dei figli. Di fronte alle malattie delle mie figlie io mi accartoccio e mi agito e non riesco a ragionare. Mantengo solo una tranquillità di facciata:- Va tutto bene amore mio, non preoccuparti, sei molto coraggiosa, fra poco sarà passato. E non so mai se lo dico a loro o lo dico a me stessa.
Questa notte, le prime otto volte la Piccola si è svegliata per chiedere acqua. La nona e la decima si è svegliata per vomitare l’acqua, perché aveva bevuto troppo. L’undicesima e la dodicesima volta ha chiamato perché doveva fare la cacca. La tredicesima (o la quattordicesima, perché nel frattempo abbiamo perso il conto) si è svegliata per disturbare sua sorella, e abbiamo capito che stava meglio.
Per tutta la giornata di oggi è stata sfebbrata e intrattabile. Supponendo che sia stato un colpo di calore, abbiamo cercato di tenerla al fresco e di farla riposare. L’abbiamo costretta a prendere i sali reidratanti (e le sue urla si sentivano in tutta la città, perché i sali proprio non le piacciono) e nel pomeriggio siamo riusciti a fare due passi fino al Koneswaram Kovil, un grande tempio indù che si trova in cima a Swami Rock, nel cuore storico della città. Luogo suggestivo, sia per la presenza del santuario sia per la bellezza del promontorio, e divertente passeggiata domenicale insieme a decine di famiglie locali, su una via piena di bancarelle. Per festeggiare lo scampato pericolo le bambine hanno ricevuto un regalino: la Piccola ha voluto un tuk tuk in miniatura. La Grande un flauto dolce che ha voluto provare in serata, assordando con fischi atroci tutti gli ospiti dell’albergo, e tutti gli avventori del ristorante. 
Ci fermiamo a Trincomalee un giorno più del previsto e quindi ripartiremo martedì. Io e il Papà abbaino due occhiaie che sembrano scavate col cucchiaino, ma è passata. Siamo felici. 

2 commenti:

  1. La cosa positiva è che recuperano in fretta.nessuno può rimanere calmo quando un figlio sta male.siete in gamba.pap

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  2. coraggio,i bimbi sono cosi':un attimo sono sfiniti e l'attimo dopo corrono e ti sfiniscono".Mam

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