mercoledì 15 luglio 2015

la mano destra alzata

Anuradhapura
Niente paura - aveva detto la proprietaria della pensione di ieri - sui letti non avrete zanzariere, ma qui non ci sono nemmeno zanzare
Bugia poco credibile e comunque smentita in un attimo, visto che prima di andare a letto, mentre il Papà appendeva con zelo le zanzariere nostre, io ne avrò uccise trenta, di zanzare. Oltre ad un paio di cimici e vari altri insetti non meglio identificati. In generale ci sembra che qui il rapporto con gli animali, grandi e piccoli, sia molto rilassato: mandrie di mucche e gruppi di capre attraversano la strada di continuo, cani e scimmie non si curano di cedere il passo. Lucertole e gechi camminano dentro uffici e ristoranti senza che nessuno se ne curi. Le bambine naturalmente accolgono tutto questo con vero entusiasmo: ogni singola scimmia (e anche la maggiore parte dei cani e delle mucche) riceve un saluto a gran voce. Gli animali compaiono in luoghi inaspettati, almeno per i nostri standard: oggi, al risveglio, la Grande e la Piccola erano letteralmente estasiate nel vedere alcune rane saltellare nel bagno della pensione. Io ho vinto a stento il ribrezzo, ma devo dire che l’anfibia sorpresa ci ha fatto cominciare la giornata col buon umore. E allora ben vengano anche le rane nel lavandino.
Oggi siamo partiti sul presto, diretti alle rovine di Yapahuwa, un enorme complesso del XIII secolo; un’antichissima capitale, tutta scavata nella roccia granitica, con una scalinata da far venire le vertigini, costruita così in pendenza apposta per dissuadere i malintenzionati. Per salire i gradini in pietra, arrivando sulla sommità di una collina che domina le foreste circostanti, bisognava qualche volta aiutarsi con le mani. A guardia delle rovine c’erano antichi mostri di pietra, archi e leoni. Dall’alto della collina, battuta dal vento, si vedeva un panorama mozzafiato: - Guardate, la jungla di Mowgli! Ha esclamato a gran voce la Piccola. Purtroppo la Grande ha avuto davvero le vertigini, e non è riuscita a completare la salita. Ma si è consolata poco dopo, rincorrendo le scimmie e bevendo il succo di una noce di cocco al bar. Poco dopo, ripreso il nostro tuk tuk rosso, ci siamo diretti a nord, al Buddha di Aukana, una statua gigante scolpita in un unico blocco di pietra nel V secolo. Si tratta di uno dei monumenti più famosi dello Sri Lanka, ma siccome è difficile da raggiungere non è una meta molto frequentata. Infatti abbiamo potuto visitarlo per i fatti nostri, portando anche dei grandi fiori rosa come omaggio. Anche qui, come in tutte le zone sacre (buddiste o induiste), si accede a piedi nudi, cosa che per la Grande e per la Piccola rappresenta un vero godimento; oggi, per esempio, abbiamo dovuto percorrere a piedi diverse decine di metri sui sassi, nella polvere e sulle rocce. La Grande mi faceva mille domande sulla spiritualità buddista, sul significato dell’illuminazione di Buddha, sulla rinuncia ai beni terreni. La Piccola non ha perso l’occasione per scoprirsi scalza, libera  e selvaggia, arrampicandosi ovunque e strisciando i piedini nella terra, casomai ci fosse ancora bisogno di sporcarsi. Ha coronato il tutto con alte e irriverenti grida di giubilo, ma per fortuna in Sri Lanka i bambini sono molto ben tollerati anche nelle zone di pellegrinaggio. Alto tredici metri e raffigurato in posizione eretta, probabilmente frutto di un’antica competizione fra allievo e maestro, il Buddha ci ha lasciato davvero senza fiato. Il nome della località, Aukana, significa “mangia-sole”. La statua tiene la mano sinistra sulla spalla, a fermare il drappeggio della veste. La mano destra è aperta e alzata, nella cosiddetta posizione del Non aver paura. Oggi Buddha ci trasmette un’emozione.

1 commento:

  1. Esperienze indimenticabili per grandi e piccoli.buona continuazione. Pap

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