giovedì 23 luglio 2015

incontro con la medicina ayurvedica

Polonnaruwa
Programma cambiato all’ultimo: oggi pensavamo di andare a vedere la città antica di Polonnaruwa, ma appena fuori dal nostro alloggio (stanza in casa di una famiglia) ci siamo imbattuti in una processione buddista. Ovviamente ci siamo infilati: c’erano suonatori, danzatori, decine di cingalesi a seguire la cerimonia e un enorme elefante bardato. Abbiamo poi saputo che si trattava di un’elefantessa, Raja, con cui i bambini hanno potuto giocare alla fine della processione, passandole sotto la pancia e in mezzo alle gambe mentre lei si godeva un po’ di riposo, finalmente all’ombra. Alla cerimonia eravamo gli unici occidentali, e infatti la Grande e la Piccola sono state l’attrazione per tutti i ragazzini presenti. C’era perfino una bimba curiosamente simile alla Grande; la bambina purtroppo non parlava inglese, ma questo non ha impedito che facessero amicizia. Pazzesco come i bambini riescano a giocare ovunque e con chiunque: è sufficiente avere più o meno la stessa età. 
Alla città antica andremo domani, ma intanto ci siamo goduti un vero bagno di tradizione locale. 
Nel frattempo metà della Famiglia in cammino sta ufficialmente sperimentando la medicina ayurvedica, una pratica antichissima che prevede l’uso di erbe, oli e altri prodotti naturali per ritrovare la salute attraverso l’armonia della mente e del corpo. In Sri Lanka i centri ayurvedici abbondano. Molti sono attrazioni per turisti, ma molti altri sono autentici. In alcuni di questi è anche possibile farsi visitare, avere una diagnosi e quindi una terapia personalizzata, ritrovando il proprio equilibrio interiore ed esteriore. Detta così sembra tutta poesia, in realtà la Grande e la Piccola stanno facendo un trattamento per i pidocchi. Accortami che la Grande si grattava con insistenza, mi sono dedicata ad una meticolosa ispezione per scoprire con orrore gli insetti e le lendini. Come li abbia presi è un mistero; il Papà è convinto che la responsabile sia la scimmietta che le bambine hanno avuto sui capelli pochi giorni fa. Io credo invece che i parassiti dell’uomo siano diversi da quelli delle scimmie, ma tutto questo poco importa, l’importante è agire in fretta. Poiché sulle teste delle mie figlie i pidocchi non sono una novità, ho già esperienza dei miracoli della permetrina, e piena di baldanza sono entrata in una farmacia per chiederla. Il farmacista ha sgranato gli occhi con l’aria di chi la permetrina non l’aveva proprio mai sentita, e mi ha consegnato invece un olio ayurvedico. E pensare che io diffido delle medicine alternative, sono scettica nei confronti dell’omeopatia, guardo con distacco le erboristerie e mi fido solo della potente, radicale e rapida medicina allopatica occidentale (è vero, ho dei limiti). Tuttavia è innegabile che col solito farmaco la situazione si risolve in mezz’ora, e invece quest’olio prevede un numero infinito di passaggi: messa in posa per tre (cioè tre) ore; notare che si tratta di un olio-olio, simile a quello alimentare, con effetti devastanti sui vestiti e tutto il resto; dieci minuti di esposizione della testa in pieno sole; primo risciacquo con succo di limone; nuovo risciacquo e lavaggio con shampoo normale. Il tutto da ripetere per due giorni di seguito. Oggi è il secondo giorno. Non so ancora se questo meraviglioso olio ayurvedico farà effetto, ma confesso: io sono per la permetrina. 

2 commenti:

  1. I pidocchi hanno voluto fare il viaggio insieme a Voi! Pap

    RispondiElimina
  2. "Correre" è una prerogativa prettamente occidentale.Bisogna sapersi adeguare!Mam.P.S.Bisogna essere capaci!!!!

    RispondiElimina