lunedì 3 febbraio 2014

il passo del pinguino

Burnie (Tasmania)
La Famiglia in cammino, per sua natura, non ha mai un facile approccio ai mezzi motorizzati. La Famiglia in cammino sbaglia i Terminal all'aeroporto e rischia di perdere l'aereo, mette il carburante sbagliato nel camper e rimane a piedi, e così via. L'approccio alla navigazione, sulla nave Spirit of Tasmania, non è stato da meno. Il mare era mosso solo un po', ma tanto è bastato per mettere rapidamente fuori combattimento il Papà e la Grande. Appena la nave ha iniziato a ballare, la Grande ha assunto un'espressione smarrita. Oltre ad un pallore piuttosto indicativo. In tutti gli angoli della nave sono comparsi appositi sacchetti da vomito, di cui abbiamo fatto larghissimo uso. Per fortuna non era previsto un sovrapprezzo calcolato a sacchetto, altrimenti saremmo rovinati. C'è da dire che la Grande ha affrontato il tutto con adulta dignità e solo una volta si è lasciata sfuggire, con un filo di voce: - Ma io non ci voglio più andare, in Tasmania! Si può scendere?
Nel frattempo, anche il Papà dichiarava la sconfitta, e si piazzava su una poltroncina, con viso abbassato e occhi chiusi, per cercare di affrontare il malessere. Dalla Piccola, nessun segno di disagio. Ecco uno dei momenti in cui si coglie il ruolo chiave della madre di famiglia, perché ho dovuto contemporaneamente coccolare la Grande (spaventatissima, convinta di essere ammalata e molto bisognosa di abbracci), contenere la Piccola (che sapientemente approfittava della mia distrazione per darsi alla pazza gioia) e tenere d'occhio i nostri zaini, visto che il Papà stava ad occhi chiusi. Considerando che il viaggio è durato 9 ore, si può capire come la giornata non sia stata facile. Abbiamo ovviamente saltato il pranzo, e quindi siamo sbarcati in Tasmania con una fame feroce e il frigo vuoto (qui è vietato portare qualsiasi tipo di cibo fresco, anche dall'Australia). Il tutto ha creato qualche complicazione. Oltre al fatto che la Tasmania è ventosa e fredda, e quindi siamo passati dal caldo torrido di Melbourne ad una specie di autunno inoltrato. Ieri in canottiera, oggi in pile e giacca a vento. Ma abbiamo comunque avuto una piccola soddisfazione: a Burnie, accompagnati da una volontaria del Centro di osservazione, abbiamo visto i pinguini minori tornare ai nidi dopo la giornata di pesca. Su molte spiagge della Tasmania (e anche in Australia, ma soprattutto sulle isole al largo della costa, non sempre raggiungibili facilmente) nidificano colonie di pinguini. I pinguini minori sono alti circa 50 cm e molto abitudinari: ogni sera, al crepuscolo, escono dal mare e si avventurano verso la scogliera per dar da mangiare ai piccoli. Oggi il loro arrivo era previsto alle 21.20. E alle 21.20, puntualissimo, abbiamo visto arrivare il primo (seguito poi da altri), col tipico incedere dondolante. Per la verità, la serata non è stata fortunata: i pinguini da vedere erano pochi, e il vento fortissimo faceva sì che si avvicinassero molto lentamente. Ma la Grande ha preso questo evento come fosse dedicato a lei: - Il pinguino è il mio contrassegno a scuola materna! - ha commentato, distrutta ma felice, mentre la aiutavo ad infilarsi nel sacco a pelo.

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