venerdì 14 febbraio 2014

pinguini-fata

Bicheno (Tasmania)
Da tipica neo-mamma, terrorizzata dalla propria inadeguatezza, anni fa ho fatto indigestione di manuali di pedagogia, cura del bambino, storie di bambini. Alla fine non ne potevo più, ed ero ancora terrorizzata. Poi ho opportunamente dimenticato tutto quello che avevo letto, salvo riflettere su alcuni spunti di buon senso. Del resto, me l'aveva detto anche la maestra dell'asilo nido: bisogna cercare di creare momenti esclusivi. I fratelli non devono stare sempre insieme per forza. A casa il problema di dovermi sdoppiare è insormontabile, ma in viaggio a volte si riesce.
Ieri, lasciata la Piccola al Papà, con licenza di vedere tutto "Bee Movie" e bere bibita gassata in libertà (la Piccola, quindi, era ben contenta), ho proposto alla Grande una passeggiata da sole. Ci siamo messe scarpe e felpa pesante (la sera rinfresca sempre parecchio, soprattutto sul mare) e siamo partite. Lei si è messa in marcia di buona lena. Prima, per cena, ci eravamo divisi in 4 una pizza margherita, neanche tanto male, presa in un take away qui vicino: la nostalgia della pizza ogni tanto è più forte di noi.
Io e la Grande siamo andate a vedere i pinguini in una spiaggia qui vicino. Bicheno è il miglior posto, in tutta la Tasmania, dove osservare i pinguini minori, detti anche "fairy penguins", cioè "pinguini-fata". In effetti questi animali hanno tutto l'aspetto delle fate, piccoli e graziosi come sono. Non superano il mezzo metto di lunghezza, hanno andatura ondeggiante e piumaggio blu. Il tour per vederli, organizzato da privati, è in collaborazione con la riserva faunistica, e quindi la prima ferrea regola è non disturbare gli animali, che dopo il tramonto emergono dal mare puntuali per dar da mangiare ai piccoli nei nidi.
Quindi niente macchine fotografiche, parlare poco e a bassa voce, non fare movimenti bruschi davanti ai pinguini. Se vogliono passarvi addosso - ammoniva la guida, con aria da mastino - lasciateli fare senza muovervi. Non strisciate i piedi per terra. Non ridete.
La passeggiata partiva dalla spiaggia, nel punto in cui i pinguini emergono al tramonto, e attraversava una vasta zona di nidi. Ogni nido era ad un passo da noi. Vedevamo arrivare gli adulti, sentivamo i pulcini chiamare, dovevamo perfino stare attente a non urtare gli animali. Ne abbiamo visti decine, vicinissimi, tanto da poterli toccare (se fosse stato permesso toccarli...). Piccoli di poche settimane che aspettavano affamati i genitori. Mamme e papà che si affannavano a raggiungere i nidi. La Grande, l'unica bambina del gruppo, era in visibilio. Si è goduta il momento in cui emergevano dal mare. Ha scovato nidi sotto i cespugli. È rimasta immobile, tremante-sorridente, mentre un fairy penguin le passava sui piedi. Si è riempita le mani di piume cadute. Si è lanciata in una specie di "caccia al tesoro" trovando e indicando, in preda all'eccitazione, pinguini grandi, pinguini piccoli, coppie di pinguini. - Mamma - mi ha detto - sono così emozionata che potrei piangere...
La Grande guardava i pinguini; io vedevo solo la mia bambina, per una volta tutta mia, che bisbigliava, sorrideva, aveva gli occhi lucidi di stanchezza, ed era felice.

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