lunedì 17 febbraio 2014

quello che non c'è

Torquay
Ci lasciamo alle spalle la selvaggia Tasmania, attraversiamo il traffico di Melbourne. Passiamo di nuovo a salutare l'amica di nonno L, di cui la Piccola è perdutamente innamorata. Ora siamo all'inizio della Great Ocean Road, una delle strade più famose d'Australia. Qui ci sono alcune località marine molto frequentate, soprattutto da surfisti, e il paese in cui abbiamo parcheggiato sembra molto trendy. Il tutto ci fa un effetto un po' strano, soprattutto perché siamo (felicemente) reduci da due settimane di spiagge solitarie, boschi delle fate e foreste pluviali.
Ormai siamo in viaggio da un mese. La Famiglia in cammino ogni tanto ha un vago sentimento di nostalgia, che ognuno catalizza su un oggetto preciso.
La Grande sente la mancanza dei suoi biscotti. Il risveglio per lei è sempre un passaggio piuttosto critico, da accompagnare con carezze e coccole, ed è anche un momento di vera fame (come del resto lo è per me). Da anni, per la Grande l'unica consolazione possibile, mentre ha ancora il pigiama e gli occhi aperti a metà, è una tazza di latte con i Pan di Stelle a bagno, a creare un unico pastone cioccolatoso. In Australia i Pan di Stelle non ci sono. La Grande ha trovato biscotti vagamente simili, che non mancano mai nella nostra spesa, ma ogni tanto, fra una cucchiaiata e l'altra, tira un sospiro: Però, i miei biscotti di casa...
A me manca la doccia. Non che qui non possa farla (anzi, in Australia le docce pubbliche, anche calde a gettone, sono molto diffuse. Oltre, ovviamente, a quelle dei campeggi). Ma mi manca la doccia di casa mia, con quel bel getto abbondante, bollente e soprattutto alto sopra la testa. Gli australiani, per motivi del tutto misteriosi, tendono a costruire docce basse, e quindi per sciacquarmi le lunghe chiome mi tocca piegare le ginocchia e abbassarmi. Il tutto può sembrare un problema risibile. Lo penserei anch'io, se avessi la mia doccia a disposizione... E invece la doccia a ginocchia piegate mi logora.
La Piccola è in una situazione particolare: lei è un carro armato, si butta di testa in ogni nuova avventura e ride di tutto, beffarda; però a 3 anni non è facile capire che i nonni, le bambole, gli amici sono molto lontani, e tuttavia esistono ancora. Quindi ogni tanto mi chiede se nella nostra "verissima casa" ci sia ancora il passeggino-giocattolo. Se ci siano ancora le costruzioni. Se sul letto (a proposito, il letto c'è?) la stia davvero aspettando la sua pecorella di peluche. E se la pecorella di peluche per caso non stia piangendo di nostalgia.
No, amore - rispondo io - la pecorella non piange, perché sa che tornerai presto da lei...
Il Papà non lascia trapelare alcuna nostalgia "mirata" come le nostre. Non per niente  la guida riconosciuta del viaggio è lui.

4 commenti:

  1. Anche noi abbiamo nostalgia. pap e mam

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  2. ma dai! Sono sicura che a Sergio manca l'odore dalla carta appena stampata, altrimenti che super giornalista è? ;-) un abbraccio Chiara

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  3. Siete tutti speciali, ognuno a modo suo. Giuseppe

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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