mercoledì 26 marzo 2014

dentro la rete

Guthalungra rest area (Bruce Highway)
La Piccola ha l'animo di un ingegnere: dovunque si trovi, qualsiasi materiale trovi, lei comincia a costruire. L'altro giorno a Richmond, mentre la Famiglia in cammino si dedicava con entusiasmo alla ricerca dei fossili (la Grande ne parla come di uno dei pomeriggi più entusiasmanti del viaggio), lei ha dichiarato che la "scavatura" con la paletta era troppo faticosa. Ha preso un mucchio di sassi e ha cominciato ad innalzare torri.
La Piccola ha anche l'animo di un tecnico informatico: schermi, computer e tablet sono la sua passione. Due mesi fa, sul volo per Sidney, mentre la Famiglia in cammino cercava di estrarre i telecomandi dalle postazioni, lei si era già infilata la cuffia, aveva acceso l'impianto e aveva fatto partire il primo film. Oggi, all'acquario di Townsville, la sua più grande gioia sono stati gli schermi interattivi. Poco importa che visualizzassero filmati sulla riproduzione dei cavallucci marini o sui pesci pagliaccio nei loro anemoni: l'importante era avere a disposizione un po' di pulsanti per navigare.
Siamo arrivati sulla costa, in zona tropicale. La stagione umida sta finendo, ma evidentemente ancora non è finita, visto che abbiamo avuto pioggia torrenziale dalla mattina alla sera. Per salvare la giornata, siamo entrati all'acquario di Townsville, che riproduce alcuni ambienti della Grande barriera corallina. Annesso all'acquario c'è l'ospedale per le tartarughe marine, dove gli animali vengono curati e poi rimessi in libertà. La Grande, che in questo periodo sogna di fare l'archeologa subacquea e da sempre ama gli animali, si è particolarmente goduta questa parte della visita. Nelle vasche su cui ci affacciavamo c'erano tre tartarughe, un maschio e due femmine, di 50, 70 e 80 anni. La Grande, che in questo periodo è fissata con l'età, è rimasta particolarmente colpita nel sentire che le tartarughe erano più vecchie dei suoi nonni.
L'acquario ha anche una sezione sugli animali marini pericolosi: il peggiore è naturalmente la cubomedusa, l'essere più velenoso al mondo (oltre che il più odiato da me). Qui in Queensland, zona in cui la medusa abbondantemente bazzica, le spiagge sono generalmente fornite di bottiglie di aceto (l'unico blando antidoto che si conosca) e attrezzate con reti. Si consiglia caldamente di fare il bagno solo all'interno delle reti, che tengono fuori i simpatici animaletti. Il tutto mi angoscia molto, e per sicurezza ho vietato alle bambine di fare il bagno, fuori o dentro le reti. L'orrida medusa in spiaggia non arriva, ed io mi aggrappo a questa certezza. Stiamo pensando anche di comprare le stingers-suits, mute integrali in lycra anti-puntura. Visti i costi, le compreremo solo alle bambine, e terremo per noi il brivido della sfida alla sorte.

2 commenti:

  1. Tanto se punge Voi, le bambine non avranno nessun danno!pap

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  2. Siamo già certi di avere,tra qualche anno,un'archeologa(si saprà più avanti di cosa)e un'ingegnere informatico.Però!Non male!Mam

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