martedì 4 marzo 2014

solo vent'anni

Clements Gap
Siamo in un luogo surreale. La camp area è ricavata nel cortile di una vecchia scuola elementare, che ha chiuso nel 1942. Un vecchietto del posto, che forse l'aveva frequentata, ha attrezzato il cortile con tavoli e panche (ma altri servizi non ce ne sono), oltre che con una serie di pupazzi, vecchi oggetti, cartelli con messaggi edificanti. C'è un vecchio Babbo Natale con l'inquietante scritta: "Siete tutti miei bambini... Ci vediamo il 25 dicembre". Ci sono ritagli di giornale, fiori finti e cartoline; e poi vecchi giocattoli, peluche e bambolotti disposti in tutta l'area. Le bambine avrebbero voluto prenderne qualcuno, ma dato lo spessore dello strato di polvere che li copriva ho imposto il divieto assoluto. C'è un vassoio che dice: "Non rubare nulla, ricordati che qualcuno ti vede" e molti altri simili gingilli. Ciliegina sulla torta: le ceneri del vecchietto che ha allestito tutto questo sono qui, sotto una lapide a pochi metri dal nostro camper. E ci sono anche, ovviamente (siamo in mezzo alla campagna e fa molto caldo) nugoli e nugoli di insetti.
Abbiamo salutato il mare, che rivedremo solo fra qualche settimana. Puntiamo verso l'interno: vogliamo essere ad Alice Springs fra due settimane, giorno più giorno meno. Nel frattempo, ci siamo goduti la mattinata in fondo alla Yorke Peninsula, nell'Innes National Park, un posto selvaggio: non abbiamo incontrato altri viaggiatori, solo canguri ed emù. Anche oggi abbiamo visto una famiglia di questi magnifici uccelli corridori. A dirla tutta abbiamo dovuto aspettarli, mentre con tutta calma attraversavano la strada davanti a noi. La Grande e la Piccola hanno osservato con meraviglia la mamma emù che "rimproverava" i suoi piccoli, rincorrendoli a becco aperto se si allontanavano. Nella classifica dell'animale australiano preferito, in continuo aggiornamento, oggi l'emù ha guadagnato un sacco di punti.
Abbiamo anche fatto il bagno in due meravigliose spiagge. Mentre io prendevo il sole (pressoché la mia unica attività quando sono al mare. Una volta che ho scattato le foto, per me il mare si potrebbe anche togliere, mi basta la spiaggia) il Papà ha portato le bambine ad esplorare i fondali con la maschera. Presa dall'entusiasmo, la Grande ha dichiarato che nella vita farà l'archeologa subacquea. - Mamma - mi ha chiesto - cosa devo fare per diventare archeologa subacquea?
- Mah, devi prima iniziare e finire la scuola elementare, poi andare alla scuola media; poi dovrai frequentare il liceo, ovviamente il liceo classico. Poi andrai all'università e ti iscriverai in Lettere Classiche. Poi, dopo la laurea, potrai diventare archeologa subacquea.
- Ma quanto tempo ci vorrà?
- Così ad occhio, direi una ventina d'anni...
- Yuppiiii! Ci sono quasi! Hai sentito, Papà? Fra una ventina d'anni potrò fare l'archeologa subacquea!

1 commento:

  1. Una ventina d'anni fuggono in fretta, garantito da pap e mam

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