lunedì 24 marzo 2014

fossil hunting

Richmond
I pappagalli producono un rumore infernale. Fanno cacche enormi e rubano il cibo dal tavolo. Eppure, dopo due mesi e più, non ci siamo ancora stancati di vederli. Al tramonto sono uno spettacolo: si riuniscono in grandi stormi e volano tutti insieme, urlando, aprendo le ali grandi, alla ricerca di un albero dove dormire. Li guardiamo durante la cena, sulle rive di un piccolo lago.
Ci troviamo nella capitale australiana dei dinosauri, sempre nell'outback.
Da qualche tempo la Grande ha una vera passione per i dinosauri. Nella nostra "verissima casa" ha una specie di enciclopedia, e io le leggo ogni sera una decina di descrizioni. Il suo preferito è il gallimimus, ma ne riconosce molti altri che io, ovviamente, ho dimenticato (confesso di non prestare troppa attenzione alle descrizioni che leggo).
Richmond è un paese minuscolo, un posto da cow boy affacciato sulla strada. C'è un motel, un piccolo negozio di alimentari, una rivendita di alcolici (in Australia le rivendite di alcolici sono sempre separate dai supermercati, perché c'è bisogno di una licenza a parte). Ma il museo conserva fossili spettacolari, tutti trovati a poca distanza da qui, spesso dai proprietari degli allevamenti. Ci avviciniamo e la Grande urla, tutta eccitata:- Un kronosauro! Nel mio libro c'è! In effetti l'ingresso del museo è segnalato dall'enorme ricostruzione (a grandezza naturale, in puro stile kitsch australiano) di un dinosauro acquatico. Dentro, i pezzi più notevoli sono due scheletri: uno, quasi completo, è appunto di un kronosauro; l'altro, sorprendentemente intero, è di un pliosauro. La vera sorpresa, però, è fuori: apprendiamo che nelle vicinanze c'è un'area dove è consentito il fossil hunting, ovvero la ricerca autonoma di fossili. Possiamo forse sottrarci? Baldanzosi e armati di palette di plastica, ci dirigiamo al sito. Non c'è nulla di clamoroso (sono già passate orde di scienziati, di viaggiatori, di turisti), ma in effetti è piuttosto facile trovare fossili di conchiglie. Raccogliamo qualcuna di queste pietre. Le bambine sono felici, e pensano già di mostrarle ai loro amici a scuola materna. Tra l'altro, il fossile che abbiamo trovato compare anche sulla guida, il che conferisce "scientificità" al tutto.
Ceniamo con le costolette di vitello che ci hanno regalato i proprietari della fattoria di ieri. Temo che la Grande e la Piccola non riescano a mangiarle, perché la carne è molto soda e ben attaccata all'osso. Timore superfluo: loro, imitando il Papà, tengono le costolette con le mani e sgranocchiano senza problemi. Io, armata di forchetta e coltello, che non mollo neanche per un attimo, faccio molta più fatica. Il sapore era ottimo, ma un cow boy non sarebbe fiero di me.

2 commenti:

  1. Anche se ben poca cosa,dopo ,qualcuno continuerà ad utilizzare forchetta e coltello e mi ricorderà.Mam.

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