venerdì 14 marzo 2014

sul ciglio del burrone

Alice Springs
Abbiamo trascorso la serata di ieri, mentre i dingo affamati gironzolavano intorno alla nostra cena, a preparare la Grande e la Piccola; abbiamo detto loro che il sentiero sarebbe stato interessante, ma faticoso. Per rafforzare la motivazione, abbiamo promesso il gelato alla prima stazione di servizio.
Questa mattina ci siamo svegliati alle 6 (mai che si dorma, durante questo viaggio...) e siamo partiti alle 7 per il giro sul Kings Canyon, una delle meraviglie naturali dell'Australia centrale. Il percorso è lungo 7 chilometri, e un sentiero vero e proprio non c'è. Bisogna seguire le indicazioni e camminare sulle rocce, stando molto attenti a non allontanarsi dal tracciato, perché il canyon precipita a strapiombo per centinaia di metri, e non ci sono transenne di protezione. Il primo pezzo è di salita molto ripida. Ci sono dei gradini naturali, ma a tratti anche io e il Papà siamo costretti ad aiutarci con le mani. Siamo favoriti dalla temperatura (alle 7 il sole è appena sorto e fa ancora fresco), ma le mosche sono già sveglie, attive e assillanti. Raggiungiamo, tuttavia, la cima della salita e cominciamo a guardarci intorno. Il canyon è un enorme burrone di forma ellittica, con anfratti naturali e perfino un laghetto interno, circondato da piante, in una gola.
Prima di proseguire, tanto per rafforzare la motivazione (il problema dei bambini in montagna non è la fatica, ma la noia), distribuisco generose dosi della bibita energetica, dall'inquietante colore blu, che ho comprato per le bimbe. Il Papà racconta loro che è una pozione magica. Loro bevono, apprezzano e riprendiamo il percorso.
All'inizio camminiamo sul ciglio del burrone e siamo terrorizzati da eventuali colpi di testa della Piccola. Per sicurezza, il Papà le lega intorno alla vita una corda e la tiene come al guinzaglio. Dopo varie soste panoramiche raggiungiamo il cosiddetto "giardino dell'Eden". È uno stagno spettacolare, scavato nella roccia. Verrebbe voglia di fare il bagno, se non fosse vietato: gli aborigeni, che da sempre sfruttano questo bacino (un luogo di raccolta dell'acqua piovana) come un dono di sopravvivenza nel deserto, permettono di bagnarsi il viso e le mani, ma non di entrare  nello stagno, in modo che l'acqua si mantenga pulita. Qui facciamo una lunga sosta. Mangiamo biscotti e mele. Le bambine si divertono come matte a prendere e liberare le piccole rane che circondano il bacino. Riprendiamo la camminata e risaliamo lungo l'altro lato del canyon. Il panorama è sempre mozzafiato, ma ora fa caldo e le bambine sono stanche. La Piccola comincia a piangere. Mi allontano dal ciglio del burrone e la prendo in braccio. Lo sconforto dura poco: anche lei finisce il percorso con le sue gambe. Arrivate al camper, la Grande e la Piccola crollano addormentate. Al risveglio, rispettiamo la promessa del gelato.
Era dall'inizio del viaggio che io e il Papà pensavamo alla passeggiata di oggi. Avremmo voluto andarci tutti insieme, ma non eravamo certi che la Piccola fosse in grado. Come sempre, coi bambini, tutto sembra più difficile di quello che è.
In serata arriviamo ad Alice Springs.
Siamo nel centro dell'Australia.

2 commenti:

  1. Sono piccole Grandi.pap e mam

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  2. Saranno state uguali a quelle di Tovel,le rane;lo spettacolo però!!!!!!Mam

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