martedì 18 marzo 2014

partenze all'alba

Tennant Creek
In Australia le distanze sono incredibili. Fra una cittadina e l'altra ci sono centinaia e centinaia di chilometri. Le lunghe percorrenze non sono uno sfizio, ma una necessità. Questo vale soprattutto per la vasta zona centrale, ancor meno densamente popolata della costa. Per minimizzare il disagio alle bambine (anche per biechi motivi egoistici: se loro si annoiano troppo, cominciano ad urlare e il nostro minuscolo camper diventa un inferno) in questi giorni sperimentiamo la tecnica della partenza all'alba. Ci svegliamo alle 6, mentre le bambine dormono al piano di sopra. Le spostiamo nel nostro letto, al piano di sotto (detta così sembra che gli spazi interni siano infiniti. In realtà è solo che il camper, di notte, si trasforma in un unico letto a castello matrimoniale, dove non c'è più spazio neanche per girarsi). Quindi partiamo. In questo modo riusciamo a fare i primi 200 chilometri prima del loro risveglio, che avviene verso le 8.30. A quel punto troviamo un'area di sosta, ci fermiamo e facciamo colazione. Guidare al mattino presto implica una grande attenzione agli animali, ma per il resto non è faticoso e non è difficile. Dopo un paio di mesi, ci siamo perfino abituati alla guida sulla corsia di sinistra, che non ci sembra più tanto sbagliata. Io confesso di avere ancora qualche problema con le rotatorie, che sono ovviamente da prendere al contrario, mentre il Papà è agilissimo su tutte le manovre. Il camper ha il cambio automatico, cosa che facilita la guida, anche se sembra di stare al volante di una macchina per bambini. Alcuni comandi sono posizionati al contrario: ogni volta che voglio mettere la freccia aziono il tergicristallo, ma questi sono dettagli. Il Papà, ovviamente, ha preso dimestichezza anche con questo.
Di solito ci fermiamo a mangiare un panino verso le 2, e cuciniamo per bene solo la sera: il camper ha due fornelli soltanto, di cui uno funziona male. Preparare da mangiare è una fatica a cui preferiamo sottoporci solo una volta al giorno.
Ci siamo spostati a nord e ora siamo a Tennant Creek. Il paese è tutto raccolto intorno alla strada ed è a maggioranza aborigena. Visitiamo il centro culturale: le bambine sono molto colpite dalla varietà di piante di cui i nativi riuscivano a servirsi per mangiare e per curarsi. Il bush, che a noi sembra così arido, offre invece "patate", "pomodori", "prugne".
Sulla strada ci siamo fermati al centro artistico di Ali Curung, un po' remoto ma molto interessante. Domani partiamo di nuovo alle 6 e puntiamo a est, verso il Queensland e verso il mare. Un po' mi dispiace lasciare il deserto, dove ho trovato la mia dimensione: temperature sopra i 40 gradi, vento secco e grandi possibilità di incontrare la cultura aborigena. Oltretutto il Queensland è il luogo in cui vive la terribile medusa a scatola, che popola i miei incubi da quando eravamo ancora in Italia. È vero, anch'io so essere velenosa, ma non ci tengo a misurarmi in uno scontro diretto...

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