lunedì 10 marzo 2014

roma

Yulara
Ci siamo innamorati di Roma. È stato un colpo di fulmine inatteso, imprevedibile, che ha coinvolto d'un colpo tutta la Famiglia in cammino.
Roma ha 55 anni, parla inglese a fatica e ha lunghi capelli arruffati. Sorride con una bocca un po' sdentata e dipinge stando seduta per terra. Roma è un'artista aborigena. Finalmente arriviamo in una cittadina in cui l'arte aborigena è conosciuta, esposta, valorizzata. Nel pomeriggio abbiamo assistito ad una performance di danza. La Grande e la Piccola sono rimaste a bocca aperta: gli aborigeni avevano il corpo dipinto, come nei libri che abbiamo letto insieme in questi giorni. Il colore sul corpo serve a mostrare la tribù e la terra di appartenenza.
Completamente affascinate, le bambine hanno pure preso parte al ballo, diventando per qualche minuto due emù danzanti.
Ci troviamo a pochi chilometri da Uluru (Ayers Rock). Nelle vicinanze della montagna, che per gli aborigeni è sacra, non è possibile fermarsi. L'unica possibilità è trovare posto qui a Yulara, dove le strutture ricettive sono molte e varie: tra queste c'è anche il nostro campeggio. A Yulara si può partecipare (finalmente!) a numerose espressioni dell'arte e della cultura degli aborigeni. Oggi abbiamo visto la danza, ma ci sono anche performance di digeridoo (lo strumento tradizionale, scavato dalle termiti), laboratori di artigianato e piccole gallerie d'arte. Il tutto è ovviamente un po' turistico, ma almeno abbiamo l'occasione di incontrare una cultura che fino ad oggi avevamo faticosamente cercato, senza avere troppo successo.
Roma ci indica quali sono i suoi quadri. I dipinti aborigeni non sono semplicemente puntini e figure: ognuno di essi racconta una storia. Ci innamoriamo di un'opera gialla e marrone, piuttosto grande, e facciamo i complimenti all'autrice; la galleria sviluppa un progetto per cui gli artisti, a turno, espongono e vengono ospitati: si possono vedere mentre lavorano, e hanno l'occasione di illustrare (per quanto la comunicazione - almeno quella verbale - sia faticosa) le loro opere. La Grande e la Piccola chiedono e ottengono una piccola guida coi significati dei più importanti simboli pittorici dei nativi. Hanno intenzione di provare a copiarli. Sono convinte di poter diventare due aborigene.
I nativi chiedono di non salire su Uluru, per non violare la spiritualità del loro sito. Noi ovviamente non saliremo; ma domani, alle prime luci dell'alba, faremo il giro a piedi, alla base della grande montagna sacra.

1 commento:

  1. Il sacro è sacro:fate bene a rispettarlo.Non avevamo, comunque, nessun dubbio in merito al vostro rispetto per le varie culture. pap e mam

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